Lavoro agile, organizzazione agile, impresa agile. Nel vortice del cambiamento in cui le aziende operano oggi, diventare agili è un imperativo strategico.
Ma attenzione: il termine è talmente ricorrente che rischia di diventare un’etichetta vuota. E infatti molti manager, pur animati dalle migliori intenzioni, finiscono per adottare l’agilità solo in superficie, limitandosi a trasformare qualche processo, senza modificare la natura dell’organizzazione, il modo di pensare, i cromosomi stessi dell’impresa.
C’è una differenza sostanziale tra fare Agile — ovvero adottare strumenti e pratiche agili — ed essere Agile, cioè vivere con un mindset agile ogni giorno dell’azienda. È questo passaggio culturale che trasforma davvero un’organizzazione.
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Agile non è solo un framework: è un modo di pensare
Ad oggi esistono molteplici metodi, sistemi o framework che possono migliorare la produttività ottimizzando i flussi di lavoro (come Kanban, Scrum o SAFe, temi specifici a cui dedicheremo altri articoli).
Ma senza un cambiamento strutturale di mentalità a livello organizzativo, anche le pratiche migliori restano inefficaci. È come personalizzare esteticamente un’auto di serie: cambia l’apparenza, ma non il valore sostanziale.
“Fare Agile” significa seguire cerimonie, trasformare o adottare tool e processi, specie quelli che si possono definire da “entry level” (per esempio daily, Kanban board). Essere Agile significa ripensare i fondamenti stessi del management: leadership, governance, relazioni, comunicazione.
Per un manager, questo implica spostare il focus dal controllo all’empowerment dei team, dalla pianificazione rigida all’adattamento continuo, dalla performance individuale al successo del sistema. L’agilità non è una strategia di delivery, ma di business. Ed è per questo che è corretto parlare di business agility.
Un mindset agile si costruisce con fiducia e miglioramento continuo
Il più grosso impatto di un mindset Agile diffuso si rispecchia nella cultura organizzativa di un’azienda più che nella sua struttura. Un concetto fondamentale e spesso trascurato è la sicurezza psicologica. I team danno il meglio solo quando possono esprimere opinioni, proporre idee o ammettere errori senza temere giudizi o sanzioni. Questo tipo di ambiente non è un “nice to have”, ma un prerequisito per esprimere la potenza di un’innovazione dal basso, libera dai più comuni bias cognitivi.
Di ugual peso è il cosidetto Kaizen, concetto affine al miglioramento continuo nella vita quotidiana. Esso non può essere solo una fonte di ispirazione, magari filosofica, ma deve diventare una pratica diffusa e radicata in ogni membro dell’organizzazione. Nelle culture organizzative agili, non si cambia solo quando qualcosa non funziona, si cambia sempre e si cambia per migliorare. Non importa quanto grande sia quel singolo cambiamento, l’importante è farlo in modo collaborativo, partecipato e costante.
La leadership del mindset agile: abilitare, non comandare
Qui entra in gioco una delle transizioni più delicate per un manager: migrare da una leadership tradizionale verso modelli più empatici e collaborativi. Significa abbandonare il micro-management per diventare facilitatore del contesto. Non più centro delle decisioni, ma catalizzatore dell’intelligenza collettiva.
Una piccola rivoluzione che si potrebbe chiamare “human oriented” e che, in qualche modo, sistematizza nell’organizzazione aziendale esigenze moderne come soft skill, competenze trasversali, resilienza, valorizzazione del capitale umano.
Per fare una piccola rassegna. Ci sono gli Scrum Master, che con il loro approccio di servant leadership, incarnano questo nuovo stile mettendosi al servizio del team per rimuovere ostacoli e nutrire un ambiente di apprendimento. Gli Agile Coach, invece, guidano “con l’esempio”, portando nelle organizzazioni i valori e i comportamenti coerenti con la cultura agile.
Sono modelli con radici profonde in un mindset che rende questi leader agenti o fautori se preferite, del cambiamento.
Ecco allora che la leadership non è più una questione di carica, ma di responsabilità diffusa. Ogni manager è chiamato ad abilitare, ispirare, costruire fiducia. In altre parole, essere il primo artefice del cambiamento culturale.
Agile come leva di trasformazione sistemica
Molte organizzazioni limitano l’agilità al livello team, adottando framework mirati per lo sviluppo o per l’ottimizzazione dei processi. Ma l’agilità vera inizia quando coinvolge tutte le funzioni: operations, HR, finance, legal. La trasformazione deve avere un approccio sistemico.
Così BBVA ha adottato un mindset agile
Ad esempio BBVA (banca spagnola) ha avviato dal 2014 una trasformazione Agile su scala globale, raggiungendo un’adozione diffusa nel 2019 con oltre 30mila dipendenti coinvolti in metodologie agile. In particolare, il programma ha esteso l’Agile oltre l’IT, coinvolgendo divisioni come Finance e Operations, con l’obiettivo di aumentare efficienza e prevedibilità nei progetti.
Tra i miglioramenti osservati in questo periodo BBVA ha misurato riduzioni significative nei tempi di risposta e nei costi operativi. In particolare: lead time delle richieste informative ridotto del 25%, lead time nella risoluzione di incidenti (bug) ridotto del 17%, e abbattimento del 28% del tempo dedicato ad attività di gestione (meeting di coordinamento, ecc.) grazie a processi più snelli.
Questo riflette come ogni comparto, ogni leader, ogni processo deve essere riletto in chiave agile. È così che si ottengono i maggiori impatti su aspetti come risposta al cambiamento, centralità del cliente e time to market. Ovvero nella capacità di generare valore con la certezza che sia coerente con le aspettative dei clienti. Per un manager, tutto questo significa ripensare in modo dirompente l’architettura decisionale, rimuovere silos, abilitare cross-funzionalità e creare flussi di valore end-to-end. È un salto culturale che non si delega, ma si guida con coraggio.
Il mindset come fattore critico di successo e di adattabilità per le aziende
In definitiva, l’agilità è una questione di mindset, non di metodo. Non basta adottare un framework, serve trasformare la cultura. E questo è possibile solo partendo dalla leadership. Il compito dei manager oggi non è solo “portare Agile” in azienda, ma diventare essi stessi agili, nel modo in cui pensano, decidono e guidano. Solo così è possibile costruire un’azienda capace di apprendere, adattarsi e prosperare in un mondo organico, esattamente come fa da milioni di anni la vita sul nostro pianeta, ne più, né meno.