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Quiet Hiring: scopriamo la nuova tendenza HR del 2023



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Acquisire nuove competenze senza assumere effettivamente nuovi dipendenti a tempo pieno. Neologismo a parte, ecco la strategia che stanno adottando le aziende per fare fronte alla mancanza di persone nelle aree strategiche di business, limitando i costi legati alle nuove assunzioni

Pubblicato il 23 gen 2023



Quiet Hiring

Nuovo anno, nuove buzzword. Dopo Great Resignation, Great Reshuffle, Quiet Quitting, Quit Influencer, il 2023 inizia con l’acceleratore premuto nella corsa a etichettare i fenomeni che stanno investendo il mondo del lavoro, il più delle volte ancor prima che essi si manifestino in tutta la loro dirompenza o scemino senza poi alla fine mantenere quella promessa rivoluzionaria che li ha portati alla ribalta. È questa la volta di Quiet Hiring, le assunzioni silenziose. Sembrerebbe quasi che qualcuno si diverta a passare il proprio tempo a formulare neologismi, e forse è anche così, ma uno sguardo più attento potrebbe portarci a riflettere sull’esigenza condivisa di comprendere fortemente gli stravolgimenti che l’ambito lavorativo sta affrontando e che coinvolgono ognuno di noi. Dare un nome a questi cambiamenti rientra dunque in quel processo di identificazione delle cose che ci aiuta a circoscriverne i confini e a posizionarci, dentro o fuori, rispetto a loro.

Quiet Hiring, cos’è il nuovo trend HR 2023

Inserito da Gartner tra le nove tendenze HR 2023, il Quiet Hiring è quando un’organizzazione acquisisce nuove competenze senza assumere effettivamente nuovi dipendenti a tempo pieno. Ciò può avvenire principalmente in tre modi: attraverso la mobilità interna dei talenti, ricollocando strategicamente le risorse nelle aree prioritarie per il business scoperte; attraverso processi di upskilling per migliorare le competenze e rendere la risorsa capace di affrontare sfide più complesse; attraverso approcci alternativi che consistono nell’affidare le attività a risorse esterne, come ad esempio consulenti, senza affrontare nel breve l’impegno dell’inserimento in organico, ma senza nemmeno escludere nel futuro una trasformazione di questo rapporto in qualcosa di più solido ed esclusivo.

Quiet Hiring vs Quiet Quitting

Se dunque il Quiet Quitting identifica i lavoratori che si “dimettono silenziosamente”, ossia che decidono di fare il minimo indispensabile perché ritengono che, per una serie di motivi, l’azienda non meriti il loro tempo e impegno, abbracciando il Quiet Hiring l’azienda ribalta la situazione. In sintesi si tratta di una dichiarazione di apertura dell’azienda verso la possibilità di sviluppo professionale, a patto che però il lavoratore sia disposto a metterci del suo. Proattività, impegno e condivisione degli obiettivi aziendali sono le caratteristiche che mettono il lavoratore nella condizione di essere notato, e dunque selezionato, per fare parte di un percorso di crescita che può portarlo a raggiungere più alti livelli di soddisfazione personale ed economica.

I vantaggi per aziende e lavoratori

I vantaggi del Quiet Hiring per l’azienda sono evidenti: risparmio di costi relativi a nuove assunzioni e alle campagne di recruiting che andrebbero improntate qualora la risorsa dovesse essere cercata su un mercato esterno sempre più competitivo e carente di talenti, il che rappresenta un aspetto fondamentale in un contesto economico generale incerto al limite della recessione; nessun rischio relativo all’inserimento di una persona nuova all’interno dell’organizzazione; aumento del livello di employee engagement e relativa diminuzione del turnover, considerando che la mancanza di sviluppo professionale e una retribuzione non adeguata sono state indicate come le principali cause di Great Resignation. Per tali ragioni, il Quiet Hiring potrebbe andarsi a configurarsi come la strategia di riferimento che le HR sceglieranno di intraprendere per individuare e fidelizzare i migliori talenti in questo nuovo anno.

Dei vantaggi del Quiet Hiring per i lavoratori ne abbiamo accennato già sopra: chi ha voglia di emergere potrebbe trovare in questa contesto l’occasione giusta per farlo. Certo, la condizione fondamentale è che l’azienda assuma un atteggiamento etico, ossia che a una richiesta di investimento di maggiori energie nei confronti del lavoratore corrisponda un sistema di retribuzione dello sforzo chiaro (che può comprendere l’avanzamento di carriera, l’aumento di stipendio, premi, benefit, forme di compensazione relativamente al work life balance), altrimenti il passaggio da Quiet Hiring a Quiet Exploitation (“sfruttamento silenzioso”, ndr) è un attimo.

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