FORMAZIONE

Digital Skill Gap: in che modo Aruba Academy colma la carenza di competenze IT



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Il digital skill gap continua ad aumentare, mettendo sotto pressione imprese e istituzioni. Vediamo come sia possibile arginarlo attraverso collaborazioni strutturate con il mondo accademico e un’Academy interna

Pubblicato il 19 dic 2025



Digital Skill Gap

In Italia, la carenza di competenze digitali è un fenomeno strutturale. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio AICA, Anitec-Assinform e Assintel, a fronte di circa 136mila annunci per profili ICT pubblicati in un anno, il sistema immette nel mercato del lavoro 73mila nuovi professionisti. Il divario continua ad ampliarsi e nessuna forma di automazione tecnologica può compensarlo, soprattutto in un contesto in cui l’IT non è semplicemente il pilastro della produttività e della continuità operativa, ma una leva strategica per la competitività.

Dimensioni e urgenza dello Skill Gap digitale in Italia

Si discute da anni sulle cause di questo squilibrio, miscelando fattori culturali e di percezione delle professioni ICT.

Secondo Italo Piroddi, Head of Aruba Academy, “Nel mondo IT scontiamo un gap culturale sedimentato nel tempo: per molti anni, queste professioni non sono state percepite come attrattive dagli studenti e a ciò si aggiunge il tema delicato del gender gap. Di recente, l’interesse verso l’ICT è cresciuto grazie all’AI e alla cyber security, ma servirà tempo per colmare un divario costruito nei decenni. Esistono difficoltà a trovare profili qualificati, ed è anche per questo che investiamo in progetti come l’Academy e in collaborazioni con enti e università, come il Politecnico di Torino”.

Who's Who

Italo Piroddi

Head of Aruba Academy

Italo Piroddi

Come risolvere la carenza di competenze con un’Academy interna

Le prime aziende che sentono il peso della carenza di competenze sono proprio quelle ICT, che sull’expertise tecnica basano il proprio core business. Ma come rispondere efficacemente a questo bisogno?

Un’idea di puro e semplice buon senso è intercettare i neolaureati, assumerli e affiancarli con una piattaforma di formazione e con del training on the job. Esistono però delle aziende – tra cui la stessa Aruba – che hanno deciso di fare un passo ulteriore e creare una struttura dedicata.

“Una Academy interna – ci spiega Piroddi – nasce per non subire il gap di competenze ma per governarlo in modo strutturato, intervenendo proattivamente sulle esigenze presenti e future dell’organizzazione. L’Academy non interviene solamente quando c’è un problema, ma accompagna la visione aziendale attraverso upskilling, reskilling e iniziative di formazione continue. Così, l’azienda non è soltanto adeguata a ciò che richiede il mercato, ma può sviluppare nuovi approcci, idee e soluzioni che, di fatto, si traducono poi in competitività”.

Spesso si pensa a un’Academy come a una piattaforma di corsi, ma il modello che Aruba porta avanti è diverso. La struttura, infatti, integra competenze di dominio informatico, progettazione didattica, analisi dei bisogni e talent acquisition, così da mantenere l’azienda allineata a un mercato che cambia di continuo. Inoltre, è anche un modo per evitare che i percorsi formativi tradizionali siano troppo lenti rispetto alla tecnologia che va troppo veloce e, allo stesso tempo, per ridurre il turnover.

Partnership accademia-impresa: un ponte per la talent acquisition e l’innovazione

Tra le iniziative che un’azienda può mettere in campo per non subire lo skill gap, creare un collegamento stabile con la ricerca accademica rappresenta spesso la vera svolta. La sinergia azienda-università rappresenta infatti una necessità strategica che genera valore per entrambi gli attori e per l’intero sistema economico.

Per l’impresa, la partnership con un polo universitario d’eccellenza significa accedere a un laboratorio vivo di ricerca e sviluppo e far sì che gli studenti affrontino problemi reali con gli strumenti della ricerca scientifica e con le metodologie più aggiornate. Tesi, dottorati e challenge sono occasioni per co-creare soluzioni e anticipare le evoluzioni tecnologiche, ma anche per entrare in contatto diretto con un bacino di talenti qualificati che possono trasformarsi, nel tempo, in nuove competenze per l’azienda stessa.

L’Università, dal canto suo, ottiene un prezioso aggiornamento della didattica ai ritmi e alle esigenze reali del mercato, garantendo ai propri studenti opportunità pratiche qualificate e un livello più elevato di job readiness.

La partnership tra Aruba e Politecnico di Torino

È in quest’ottica che Aruba e il Politecnico di Torino hanno recentemente rinnovato la partnership avviata nel 2023, un percorso che unisce competenze accademiche e capacità industriale al fine di accelerare innovazione e formazione avanzata.

L’accordo si fonda su due pilastri: la ricerca applicata, che vede il team di R&D interno e ricercatori del Politecnico lavorare in maniera congiunta su progetti tecnologici nelle aree di Software Engineering, ICT Security, IT Infrastructure & Networking e Artificial Intelligence & Machine Learning; la formazione, coordinata da Aruba Academy, che coinvolge studenti e dottorandi in tesi, stage, programmi di alta formazione, challenge e iniziative di recruiting sviluppate insieme al Career Service del Politecnico.

“La partnership – ci spiega Piroddi – nasce dalla volontà di ridurre la distanza tra università e impresa. Nel Politecnico abbiamo trovato un partner che valorizza l’applicazione concreta della conoscenza: abbiamo realizzato percorsi formativi ad hoc e coinvolto gli studenti in casi reali e in challenge che hanno generato risultati tangibili. L’esito della prima fase della collaborazione è stato molto positivo: abbiamo visto competenze più allineate al mondo del lavoro, studenti più consapevoli delle dinamiche aziendali e, dal nostro punto di vista, abbiamo potuto sia portare avanti progetti sperimentali, sia ottenere risposte più concrete e applicabili nei nostri centri di innovazione e nelle soluzioni che realizziamo per i nostri clienti”.

L’Academy di Aruba come motore di sviluppo

Aruba Academy sviluppa percorsi formativi rivolti a tre stakeholder principali: i dipendenti, per mantenerli aggiornati sugli ambiti più innovativi; gli studenti, attraverso accordi strutturati come quello con il PoliTo; e i clienti, che possono così adottare e gestire al meglio le soluzioni e le tecnologie implementate.

Personalizzazione dei percorsi e approccio Learning by Doing

Per quanto riguarda le metodologie, Piroddi sottolinea come tutto parta dalle persone e dalle competenze, non dai contenuti. A differenza di un progetto formativo estemporaneo, un’Academy può essere molto efficace perché vive quotidianamente le esigenze del mercato, conosce le necessità dei progetti e integra competenze diverse che permettono di costruire percorsi realmente utili.

“Non partiamo dai contenuti – prosegue Piroddi – ma ci chiediamo cosa debba realmente saper fare una persona per portare valore ai progetti e all’azienda per cui lavora. Il punto di partenza per la definizione del percorso è sempre l’analisi dell’esigenza di business e la sua traduzione in un iter personalizzato. Definiamo KPI misurabili per verificare il valore e l’impatto del percorso, e poi lavoriamo sull’apprendimento esperienziale. Abbiamo sì un hub digitale con moltissimi contenuti, sia tecnici che relativi alle soft skill, ma ciò in cui crediamo di più è il learning by doing: casi reali, strumenti operativi, project work e simulazioni. Pochissime slide, molta pratica, perché dobbiamo portare valore concreto, oltre alla conoscenza teorica”.

L’AI Empowerment Program

Aruba Academy ha recentemente avviato un’iniziativa legata all’Intelligenza Artificiale. L’AI Empowerment Program. Il progetto nasce dall’esigenza di accompagnare tutta l’azienda nell’adozione consapevole e strategica dell’AI generativa. Negli ultimi mesi è cresciuto l’interesse, ma anche la necessità di dare alle persone un linguaggio comune, strumenti pratici e linee guida sicure per integrare l’AI nel lavoro quotidiano. Da qui la decisione di creare un percorso strutturato, con una prima fase di alfabetizzazione, un workshop pratico dedicato ai responsabili dei team e un programma di aggiornamento continuo pensato per mantenere alto il livello di competenza.
L’obiettivo è duplice: da un lato aumentare l’efficacia individuale grazie all’uso di tecniche di prompting e strumenti AI in grado di accelerare molte attività; dall’altro sviluppare una cultura aziendale che sappia sfruttare l’innovazione in modo responsabile, riducendo rischi e aumentando il valore generato nei processi.

Ruolo delle challenge progettuali e dei laboratori pratici

In un modello orientato alla pratica, un tassello chiave è la challenge progettuale. Si tratta dello strumento con cui Aruba Academy sottopone un problema reale agli studenti dell’ateneo alla ricerca di soluzioni concrete, innovative e approcci originali. Per gli studenti è un confronto diretto con la complessità del mondo del lavoro; per i professionisti, un modo per intercettare idee fresche e schemi progettuali non convenzionali, oltre che per valutare creatività, rigore e capacità di problem solving degli studenti.

“La challenge – spiega Piroddi – nasce sempre da una nostra esigenza reale di mercato: mettiamo sul tavolo un progetto vero, con la sua complessità, e lo affidiamo ai gruppi di lavoro del Politecnico. Gli studenti partono da un brief iniziale, analizzano il contesto, lavorano in team per diversi mesi e ci presentano periodicamente gli avanzamenti. La fase finale prevede poi la presentazione pubblica delle soluzioni e, se una di queste si dimostra coerente con le nostre esigenze operative e strategiche, possiamo procedere alla sua valorizzazione anche attraverso l’acquisizione del brevetto o l’avvio dell’integrazione nei processi interni di sviluppo o di collaborazione più a lungo termine».

Per un’azienda che fa dell’innovazione il proprio tratto distintivo, la challenge diventa un’esperienza di valore: consente di osservare gli studenti al di fuori del perimetro teorico, dove contano non solo le competenze tecniche, ma anche la creatività, la capacità di innovare e – perché no – di pensare oltre gli schemi.

Contenuto realizzato in collaborazione con Aruba

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