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Il posto di lavoro ideale coltiva la motivazione, la creatività e le inclinazioni delle persone 

Avere indicazioni chiare su obiettivi e risultati da raggiungere, un equilibrio tra lavoro e vita privata, ma anche opportunità di crescita e formazione continua. Ecco cosa si aspettano le nuove generazioni dalle organizzazioni per cui lavorano, chiamate anche a dimostrare di essere in grado di ascoltare, mettere i bisogni al centro e investire in competenze

Pubblicato il 06 Apr 2023

Fabio Cardilli

Product Manager HCM di Talentia Software

Posto di lavoro ideale

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una serie di sconvolgimenti nel mondo del lavoro che hanno portato a rivedere il concetto di posto di lavoro ideale. L’emergenza pandemica ha accelerato profondamente il percorso di digitalizzazione delle imprese e l’adozione di modalità di lavoro ibrido, ma ha anche avuto un enorme impatto emotivo sulle persone che hanno riconsiderato le priorità e riscoperto aspirazioni. Soprattutto nelle fasce d’età più giovani, quelle che vengono definite Millennials e Generazione Z, il tema del wellbeing, della sostenibilità e dell’equilibrio tra il tempo dedicato al lavoro e alla vita privata, alle passioni ed esperienze personali è divenuto sempre più centrale.

Questo ha generato un fenomeno ancora in atto, quello delle grandi dimissioni, fenomeno riscontrabile a livello globale e che vede un alto numero di persone scegliere di lasciare un posto di lavoro ritenendolo non in linea con le proprie aspettative e aspirazioni, anche in assenza di un impiego alternativo.

Solo in Italia, per dare qualche riferimento in termini numerici, secondo l’Osservatorio sul precariato dell’Inps, nei primi sei mesi del 2022 le cessazioni sono state 3.322.000, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+36%) per tutte le tipologie contrattuali.

Perché le persone lasciano il posto di lavoro

Le motivazioni che portano le persone a lasciare il certo per l’incerto vanno dalla necessità di lavorare in realtà più flessibili al desiderio di avere incarichi più soddisfacenti. Nello scegliere il nuovo posto di lavoro, cercano un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata, opportunità di crescita e attenzione alla formazione continua. Inoltre, rivestono importanza anche l’approccio etico e i valori del datore di lavoro ritenuti determinanti per motivare i candidati e farli sentire parte di un gruppo.

Molte aziende, dal canto loro, hanno scoperto di essere ancora schiave di vecchi retaggi culturali e schemi obsoleti, alcune sono state colte totalmente impreparate alla necessità di ripensarsi in chiave digitale e soffrono di carenza di conoscenze, altre si trovano ad affrontare la sfida di ricostruire non solo i team ma anche cultura e clima all’interno dell’azienda e questo le porta a perdere attrattività e a fare ancora più fatica a trovare personale.

Come rendere il posto di lavoro ideale

Anche il modo di lavorare è cambiato, il modello 9-18 è ormai uno stereotipo e gli accadimenti di questi ultimi anni hanno insegnato che non è possibile impostare un rapporto di lavoro sul solo controllo. Oggi per avere successo ed essere attrattivi è necessario lavorare sulla motivazione, sulla creatività, sul pensiero e sulle inclinazioni dei singoli, nel rispetto degli obiettivi aziendali e dei vincoli di budget. Anche offrire la possibilità di lavorare a distanza è divenuta una condizione fondamentale per attrarre nuovi talenti. Il lavoro remoto è stato incoraggiato da molte amministrazioni anche per ragioni di sostenibilità dei costi e di risparmio energetico.

Il motivo principale per cui esiste è probabilmente proprio perché risponde alla riscoperta esigenza dei lavoratori di ritrovare se stessi e un rapporto più equilibrato tra lavoro e vita professionale. Nell’era del lavoro ibrido riveste inoltre grande importanza l’attenzione a che la vita digitale non diventi totalmente immersiva ma bilanciata. Non si tratta solo di salute fisica ma anche di salute mentale delle persone che le aziende non possono più trascurare.

Lavorare su obiettivi e risultati

Per anni, invece, le organizzazioni si sono basate su un’idea di gestione incentrata sul capo e su chi riporta a chi. Oggi bisogna ragionare in termini di assegnazione di obiettivi e risultati da raggiungere e su un più ampio livello di delega nel trovare il miglior equilibrio tra vita personale e professionale per raggiungerli, e in questo contesto il manager deve assumere il ruolo di facilitatore, di leader di una trasformazione che mette la comprensione delle persone dei loro bisogni e il loro ingaggio al centro del successo.

Per essere attrattive, le aziende devono quindi saper assecondare questi nuovi approcci operativi e il difficile compito di parlare alle persone e al loro cuore, rimanendo connesse ad esse attraverso sovrastrutture digitali e tecnologiche, senza perdere le sfumature.

Resteranno competitive solo quelle organizzazioni che dimostreranno di essere in grado di attrarre e far crescere le persone mettendosi in posizione di ascolto reale, investendo in competenze per far cogliere obiettivi professionali sfidanti, e riprogettando le organizzazioni per la velocità e l’innovazione.

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