GUIDE E HOW-TO

Whistleblowing: cos’è, la normativa ed entro quando bisogna adeguarsi



Indirizzo copiato

A breve anche le aziende italiane dovranno allinearsi alle regole comunitarie che proteggono i dipendenti dal rischio di ritorsione nel caso in cui intendano segnalare comportamenti illeciti all’interno delle organizzazioni. Cerchiamo di fare chiarezza su cosa prevede la nuova disciplina

Pubblicato il 12 ott 2023



Whistleblowing

Manca ormai poco al 17 dicembre 2023, data entro la quale le aziende del settore privato che hanno impiegato, nell’ultimo anno, una media tra i 50 e i 249 lavoratori dipendenti, con contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato, dovranno allinearsi alla disciplina del Whistleblowing introdotta dal D.lgs. 24/2023, e pubblicata in Gazzetta Ufficiale in data 15 marzo 2023. Si tratta di una disposizione che recepisce la normativa comunitaria (Direttiva UE 2019/1937) a tutela dei soggetti segnalanti attività illecite o frodi all’interno di un’organizzazione pubblica o privata, i così detti “whistleblower”.

Cos’è il Whistleblowing

Cerchiamo dunque di capire meglio di cosa si tratta e cosa prevede la nuova disciplina del Whistleblowing. In inglese il whistleblower, o “spifferatore di segreti,” è la persona che effettua una denuncia all’interno di un’organizzazione o istituzione. Di conseguenza con il termine “whistleblowing” ci si riferisce a un atto in cui un individuo, solitamente un dipendente, rivela informazioni sulle attività dell’organizzazione che sono illegali, immorali o implicano comportamenti scorretti.

Cosa si può segnalare

Col Whistleblowing si possono segnalare omissioni o atti illeciti in diversi ambiti, ad esempio: sicurezza e conformità dei prodotti; sicurezza dei trasporti; tutela dell’ambiente; radioprotezione e sicurezza nucleare; sicurezza degli alimenti e dei mangimi e salute e benessere degli animali; salute pubblica; protezione dei consumatori; tutela della vita privata e protezione dei dati personali e sicurezza delle reti e dei sistemi informativi; così come illeciti amministrativi, contabili, civili o penali.

Chi può segnalare

Oltre alle persone facenti parte di un’organizzazione, la nuova legge di attuazione della Direttiva UE amplia la definizione di whistleblower a categorie finora escluse dalla legislazione nazionale, tra cui gli ex dipendenti e candidati a posizioni lavorative, i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, i consulenti, i volontari, i tirocinanti, gli azionisti e gli stakeholder.

Cosa prevede la procedura Whistleblowing

La disciplina del Whistleblowing prevede che le organizzazioni predispongano un canale interno sicuro per le segnalazioni, ovvero un software che utilizzi sistemi crittografici, in grado di tutelare la riservatezza dell’identità e i dati personali dei denuncianti che in alcun caso devono essere rivelati.

In caso di mancato adeguamento o di violazioni delle prescrizioni normative, ANAC- Autorità Italiana Anticorruzione, che riveste il ruolo di unica Autorità nazionale competente, sia per il settore pubblico che per quello privato, potrà infliggere sanzioni amministrative pecuniarie da 10.000 a 50.000 euro quando accerta che sono state commesse ritorsioni o quando accerta che la segnalazione è stata ostacolata o che si è tentato di ostacolarla o che è stato violato l’obbligo di riservatezza; o altresì quando accerta che non sono stati istituiti canali di segnalazione o che non sono state adottate procedure conformi a quanto richiesto dalla legge per l’effettuazione e la gestione delle segnalazioni.

Articoli correlati

Articolo 1 di 3