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Psicologia del lavoro e delle organizzazioni: la via per raggiungere il benessere aziendale



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Creare le condizioni affinché le persone si sentano sicure, apprezzate, coinvolte, motivate e produttive. Tutto questo è possibile supportando gli individui nell’affrontare con un approccio “sano” le attività e le interazioni con professionisti e strumenti mirati. Ecco come

Pubblicato il 22 nov 2023



Psicologia del lavoro

Per consentire alle imprese di superare le complesse sfide socio-economiche contemporanee, applicare nel contesto aziendale la psicologia del lavoro e delle organizzazioni si rileva più che una scelta una necessità.

Ad accendere i riflettori su questo punto sono i risultati dello State of the Global Workplace 2023 Report di Gallup. Lo studio, ogni anno, offre uno spaccato preciso su come i dipendenti (122.416 ne sono stati intervistati quest’anno sparsi fra tutti i continenti) stanno vivendo l’esperienza del lavoro. Secondo l’ultima edizione del rapporto ben il 51% dei dipendenti starebbe cercando, in maniera attiva o passiva, un nuovo lavoro.

Sebbene su scala globale il livello di engagement sia cresciuto rispetto allo scorso anno per il 23% dei dipendenti, il 59% di loro si sente psicologicamente disconnesso dal proprio datore di lavoro rientrando a pieno titolo nel fenomeno del Quiet Quitting. Il 18%, addirittura, manifesta in maniera palese la propria insofferenza finanche intraprendendo azioni che danneggiano direttamente l’organizzazione. Il livello di stress registra numeri record (44%) dal periodo pandemico e non accenna a scendere, e l’engagement ha un’influenza sullo stress dei dipendenti 3,8 volte maggiore rispetto al luogo di lavoro, che sia questo in sede o da remoto.

Se si guarda poi all’Italia i numeri sono ancora più preoccupanti. Il nostro Paese si colloca in ultima posizione in Europa per livello di engagement (5%) e lo stress riguarda ben il 46% dei dipendenti, posizionandosi al 7° posto rispetto agli altri stati del vecchio continente. A fronte di questi risultati appare perciò quantomai evidente la necessità di un approccio verso i dipendenti più attento agli aspetti psicologici riguardanti il rapporto tra l’individuo e l’attività lavorativa.

Cos’è la psicologia del lavoro e delle organizzazioni

Partiamo quindi col definire cos’è la psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Sviluppatasi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo – è del 1913 uno dei primissimi testi di riferimento firmato dallo psicologo tedesco Hugo Münsterberg dal titolo “Psychology and Industrial Efficiency” − la psicologia del lavoro e delle organizzazioni è una branca della psicologia che indaga specificatamente il comportamento umano all’interno dell’ambiente di lavoro.

Si parla di psicologia del lavoro delle organizzazioni perché effettivamente l’approccio psicologico applicato all’ambiente di lavoro può concentrarsi sia sul comportamento del singolo individuo e sul suo rapporto con il posto di lavoro toccando aspetti come la formazione dei dipendenti, la misurazione delle prestazioni lavorative e molto altro, sia sul comportamento dei team. Ciò potrebbe includere studi sulle relazioni interpersonali sul posto di lavoro, nonché sugli ambienti di lavoro e sulle politiche organizzative.

Psicologia del lavoro e psicologia delle organizzazioni, sebbene siano dunque due aree separate della psicologia sul luogo di lavoro, sono strettamente correlate, obiettivo condiviso: creare le condizioni affinché un luogo di lavoro sia psicologicamente sano, ovvero in cui i lavoratori si sentano sicuri, apprezzati, coinvolti e produttivi. La convinzione di fondo è infatti quella che quando aziende e dipendenti nutrono una grande intesa e un forte legame, diventa più facile per le imprese raggiungere il successo, ottenere profitti e spiccare all’interno del proprio settore.

Cosa fa la psicologia del lavoro e dell’organizzazione e i suoi vantaggi

Applicare i principi psicologici ai comportamenti umani sul luogo di lavoro porta con sé una serie di vantaggi per le aziende che decidono di abbracciare questo approccio inserendo la figura dello psicologo del lavoro all’interno dell’organizzazione. Migliorare le prestazioni lavorative, facilitare il benessere dei lavoratori e migliorare le competenze e le relazioni, interne ed esterne, sono i tre vantaggi principali. Guardiamoli più nel dettaglio.

Migliorare le prestazioni lavorative

Adottare la psicologia del lavoro all’interno dell’azienda ha i suoi vantaggi sin dalle prime fasi del ciclo di vita del dipendente. La sua applicazione, infatti, può migliorare le pratiche di recruiting sviluppando nuove procedure per l’assunzione adeguate al tipo di risorse di cui l’azienda necessità. Successivamente lo psicologo del lavoro può affiancare il recruiter nello svolgimento della selezione dei candidati e, attraverso l’applicazione dei principi psicologici sul comportamento in ambito lavorativo, individuare le persone più adatte a ricoprire quel determinato ruolo, riducendo altresì il rischio turnover.

Inoltre, sempre lo psicologo del lavoro, può eseguire una valutazione psicologica dei dipendenti già in essere tra la forza lavoro, individuandone competenze chiave e potenzialità inespresse. Questo processo può aiutare a ricollocare i lavoratori nelle posizioni più adatte alle proprie abilità e talenti in un’ottica di reskilling e upskilling portando a una maggiore produttività e soddisfazione sul posto di lavoro.

Un dipendente motivato è più propenso a impegnarsi attivamente e a puntare verso il raggiungimento degli obiettivi aziendali. La psicologia del lavoro aiuta a creare un ambiente lavorativo che promuova la motivazione. Diverse le azioni che possono essere messe in campo e che vanno dall’implementazione di programmi di riconoscimento e ricompense allo sviluppo di piani di carriera personalizzati, dalla promozione di una cultura aziendale inclusiva alla creazione di spazi in cui i dipendenti possano crescere e sentirsi valorizzati, finanche aiutare i manager a comunicare in modo più efficace con i dipendenti promuovendo la pratica del feedback costruttivo.

Facilitare il benessere dei lavoratori

La felicità e il benessere dei lavoratori coinvolgono diversi aspetti che vanno dall’ambiente fisico in cui si opera, agli aspetti di natura psicologia legati per esempio al livello di stress percepito, alla soddisfazione sino al work-life balance.

Anche da questo punto di vista la psicologia del lavoro può fare la differenza aiutando, per esempio, a raggiungere l’equilibrio tra lavoro e vita privata attraverso la creazione di ambienti di lavoro diversificati, inclusivi e attenti alle esigenze delle persone; consigliando strategie per migliorare la struttura organizzativa e le relazioni umane in grado di generare livelli di soddisfazione lavorativa più elevati tra i dipendenti; sviluppando programmi per gestire lo stress sul posto di lavoro; offrendo supporto psicologico ai dipendenti in situazioni difficili; promuovendo la salute mentale nei luoghi di lavoro attraverso programmi di prevenzione e sensibilizzazione.

Migliorare le competenze e le relazioni, interne ed esterne

Se la psicologia del lavoro, come abbiamo detto, può aiutare a creare ambienti di lavoro migliori valutando i tratti della personalità e il comportamento umano in relazione alla posizione lavorativa da ricoprire, dall’altro lato, la psicologia dell’organizzazione ottimizza il comportamento e la dinamica dei gruppi di lavoro stimolando una maggiore cooperazione sul posto di lavoro, indentificando gli ostacoli alla produttività e all’efficienza e sviluppando un piano per porre rimedio a tali problemi. Così come la psicologia applicata sul luogo di lavoro può aiutare a sviluppare relazioni positive ed efficaci con stakeholder esterni come clienti, fornitori, partner commerciali e la comunità in generale. Comunicazione efficace, gestione del conflitto, ascolto attivo, sono solo alcune delle soft skill che lo psicologo del lavoro può tirare fuori dalle persone per modellarle insieme.

Psicologia del lavoro e delle organizzazioni: gli ambiti di applicazione

Sulla base di quanto appena detto è evidente che la psicologia del lavoro e delle organizzazioni possano trovare svariati ambiti di applicazione in azienda. La sua attività si colloca naturalmente nel perimetro delle Risorse Umane con cui fa squadra per poter raggiungere gli obiettivi di business prefissati.

Facciamo dunque giusto tre esempi di come questa branca della psicologia possa intervenire all’interno di un’organizzazione migliorando il rapporto tra il lavoratore e l’attività che è chiamato a svolgere.

Selezione e formazione del personale

Attraverso l’utilizzo di strumenti quali test psicometrici, interviste comportamentali e valutazioni delle competenze, lo psicologo del lavoro aiuta a individuare il candidato, esterno o interno all’organizzazione, migliore a ricoprire la posizione vacante. Lo psicologo del lavoro inoltre crea piani formativi personalizzati che consentono ai dipendenti di affinare le proprie abilità e di rimanere aggiornati sulle nuove tecnologie e le metodologie del settore. Questa formazione non solo contribuisce a perfezionare le competenze dei dipendenti, ma ha anche un impatto positivo sulla loro soddisfazione personale e sull’efficienza complessiva dell’organizzazione.

Coaching aziendale

Anche il coaching aziendale rientra tra le competenze dello psicologo del lavoro. Lo specialista fornisce supporto individuale e personalizzato ai dirigenti, ai manager, ma anche a un gruppo di lavoro. Attraverso il coaching si sviluppano le competenze di leadership, si affrontano sfide specifiche e si migliorano le abilità di gestione.

La psicologia del lavoro contro mobbing, burnout e stress lavorativo

Dallo studio di Gallup citato all’inizio abbiamo avuto modo di vedere come lo stress da lavoro abbia raggiunto un livello ormai preoccupante nel nostro Paese tanto da mettere a rischio la produttività all’interno dell’azienda. Ma lo stress non è il solo rischio psicologico in cui può incorrere un’organizzazione se non adeguatamente supportata, gli altri più rilevanti sono il mobbing e il burnout. La presenza di uno psicologo del lavoro non solo può aiutare a individuare casi e cause legati a questi stati di malessere, ma può anche aiutare a prevenirli promuovendo un ambiente sano e insegnare a gestire eventuali momenti di crisi.

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