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Smart working e sicurezza informatica: come far lavorare in sicurezza i dipendenti nell’era dello Smart Working

Il lavoro ibrido impone ad un crescente numero di organizzazioni di proteggere anche i dispositivi personali, sempre più spesso utilizzati dai propri addetti; il servizio TIM Safe Web Enterprise supporta le aziende offrendo elevati standard di sicurezza. Ecco come

Pubblicato il 24 Giu 2021

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Lo Smart Working, il paradigma di lavoro che, tramite l’ausilio di strumenti informatici, permette a collaboratori e dipendenti aziendali di svolgere le proprie attività anche in modalità remota, quindi senza essere fisicamente presenti in ufficio, ha certamente caratterizzato il 2020 e parte del 2021. E sempre più si parla di lavoro ibrido”, o di “hybrid workplace, per definire gli stili di lavoro che stanno già affermandosi oggi e continueranno a farlo nei prossimi anni. La crescente diffusione dello Smart Working è un trend molto positivo, e rappresenta la “nuova normalità”, che tuttavia deve potersi sviluppare in armonia con i principi basilari di tutela della sicurezza dell’infrastruttura IT aziendale.

Espansione del lavoro ibrido: le imprese cercano di stare al passo

Lo Smart Working, secondo l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, “è ormai entrato nella quotidianità degli italiani ed è destinato a rimanerci”. Nel lockdown, scrive l’Osservatorio, vi sono stati 6,58 milioni di lavoratori da casa e, con un ritorno alla normalità, si stima che i lavoratori agili, quelli che lavoreranno almeno in parte da remoto, saranno complessivamente 5,35 milioni: di questi, 1,72 milioni nelle grandi imprese, 920 mila nelle piccole e medie imprese (Pmi), 1,23 milioni nelle microimprese e 1,48 milioni nella Pubblica amministrazione (PA).

Per adattarsi a questa “nuova normalità” del lavoro, aggiunge l’Osservatorio, il 70% delle grandi imprese aumenterà le giornate di lavoro da remoto, portandole in media da uno a 2,7 giorni alla settimana, mentre un’azienda su due modificherà gli spazi fisici. Nelle PA saranno introdotti progetti di Smart Working (48%), aumenteranno le persone coinvolte nei progetti (72%) e si lavorerà da remoto in media 1,4 giorni alla settimana (47%), rispetto alla giornata media attuale.

TIM Safe Web Enterprise: come rafforzare la security aziendale nel “new normal”

«Prima della pandemia lo Smart Working era una scelta che solo alcune aziende facevano, avendo anche predisposto un’infrastruttura adeguata. Successivamente, molte aziende si sono trovate a dover gestire l’ondata di richieste di infrastruttura IT per permettere ai propri dipendenti sia di lavorare da remoto sia di farlo in sicurezza», spiega Guido Salsano, Systems Architect di Cisco che, in collaborazione con TIM, ha reso possibile la realizzazione dell’offerta TIM Safe Web Enterprise, la versione del nuovo servizio di sicurezza Internet pensata per le imprese con oltre 25 dipendenti e con sedi sia in Italia sia all’estero.

Dispositivi personali al riparo e rete d’impresa protetta

L’offerta TIM Safe Web Enterprise s’inserisce in un contesto in cui il lockdown ha costretto molti dipendenti a lavorare da casa, compresi quelli della Pubblica amministrazione. In questo settore, la prima preoccupazione è stata proprio come far sì che tali dipendenti pubblici potessero lavorare online da casa in modo sicuro, anche utilizzando i propri dispositivi personali, tra cui PC, smartphone, tablet. Non per nulla, nell’ambito delle “misure incentivanti per il ricorso a modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa”, la direttiva n. 1/2020 del Dipartimento della Funzione Pubblica prevede che, “a fronte dell’indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell’amministrazione”, il dipendente pubblico possa utilizzare propri dispositivi per svolgere la prestazione lavorativa, purché siano garantiti “adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete secondo le esigenze e le modalità definite dalle singole pubbliche amministrazioni”. Qui, il servizio TIM Safe Web Enterprise risponde in primo luogo all’esigenza delle organizzazioni di mettere in sicurezza tutti i dispositivi personali che vengono usati anche come strumenti aziendali. Pur proteggendo la navigazione, il servizio, in conformità con le garanzie di privacy del regolamento GDPR, continua comunque a consentire all’utente di svolgere normalmente sul proprio dispositivo tutte le abituali attività personali.

Navigare ovunque in sicurezza ed evitare perdite di dati

Il primo livello di protezione del dispositivo personale è preventivo, chiarisce Salsano: «Si basa su DNS, il ‘domain name system’, e si esplica nel momento in cui l’utente comincia la navigazione online. Ad esempio, quando si digita un indirizzo web, la richiesta viene instradata a un programma di Cisco, parte integrante del servizio di Cloud Security Cisco Umbrella, che utilizza la threat intelligence Cisco Talos, una delle più ampie ed all’avanguardia a livello mondiale. Il cloud Cisco Umbrella controlla il sito web di destinazione ed informa l’utente in caso di criticità».

Esiste anche un secondo livello di protezione, che impedisce la trasmissione di dati verso l’esterno.

Inoltre, scaricando dal portale di TIM Safe Web Enterprise un apposito agente software, che fa parte del servizio, l’azienda può distribuirlo ai propri dipendenti, perché lo installino sui propri dispositivi in uso, in modo da mantenerli protetti in qualunque ambiente IT: non soltanto, quindi, quando si trovano connessi all’interno del classico perimetro aziendale direttamente o tramite VPN (Virtual Private Network) ma anche quando sono collegati a una rete Wi-Fi pubblica, o tramite la connessione ADSL casalinga.

TIM Safe Web Enterprise continua a proteggere i dispositivi dei dipendenti aziendali anche quando si muovono e viaggiano all’estero, perché l’agente installato sul device è in grado di collegarsi al servizio Cisco Umbrella ovunque nel mondo, naturalmente usando il data center Cisco più vicino.

Monitoraggio dell’assetto di security dell’infrastruttura IT aziendale

Dal punto di vista delle funzionalità di amministrazione e monitoraggio, utilizzando la console di TIM Safe Web Enterprise l’organizzazione è in grado di ottenere una completa visibilità sullo stato dei dispositivi e di controllare quali device possono essere a rischio.

Un valore chiave del servizio risiede anche nel livello di consulenza e assistenza tecnica che TIM è in grado di fornire alle aziende clienti, inviando ad esempio rapporti periodici sullo stato di sicurezza dei server e dell’infrastruttura IT; ciò accade sfruttando la threat intelligence Talos globale di Cisco Umbrella per condividere le informazioni di cybersecurity disponibili tramite i DNS, ed estenderle per l’uso anche su tutti gli altri livelli dell’infrastruttura IT (firewall, e-mail server, applicazioni).

Infine, TIM Safe Web Enterprise è compatibile con i servizi di protezione preesistenti (antivirus, firewall) in azienda, in quanto semplicemente si affianca ad essi come ulteriore strumento, dimostrando un’efficacia che può essere messa alla prova attraverso la possibilità di eseguire trial gratuiti per un periodo limitato di tempo.

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