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Lo Smart Working 2.0 di Sella: lavorare in modo smart anche in ufficio, facendo leva sul concetto di “spazio aperto”

In Sella lo Smart Working non solo dà alle persone la possibilità di lavorare in un posto diverso dall’ufficio, ma ha comportato anche il ripensamento degli spazi per favorire produttività e collaborazione. «È stato un passaggio naturale per andare incontro alle esigenze di flessibilità dei dipendenti, incidendo in modo concreto sul work-life balance», racconta Fabio Colacicco, Group Human Resources Director di Sella

Pubblicato il 17 Giu 2019

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Andare incontro alle esigenze dei dipendenti e ripensare in maniera profonda l’organizzazione del lavoro per allinearla alle rinnovate strategie di business e d’innovazione. Sono queste le esigenze che hanno portato Sella a intraprendere un percorso di Smart Working.

«Il concetto di lavoro smart è fortemente connaturato al nostro DNA. Da sempre mettiamo la persona al centro e lo Smart Working è stato il passaggio naturale per andare incontro alle esigenze di flessibilità dei nostri dipendenti, incidendo in modo positivo e concreto sul loro work-life balance», racconta Fabio Colacicco, Group Human Resources Director di Sella.

Chi oggi in Sella aderisce allo Smart Working può lavorare ovunque, a casa o fuori casa (compresi gli spazi di coworking e gli esercizi pubblici che offrono internet), a condizione che il luogo scelto sia sicuro e disponga di una connessione con buone prestazioni. Non è richiesto di dichiarare da quali spazi lavorerà, tuttavia è importante che la scelta dello spazio sia coerente con l’attività lavorativa: ​in pratica, deve offrire la quiete necessaria alla concentrazione, permettere di lavorare con continuità per il periodo di tempo necessario e offrire una ragionevole sicurezza per la persona, i suoi beni e gli strumenti di lavoro. «Agli smart worker abbiamo consegnato una “cassetta degli attrezzi”: li abbiamo dotati di pc portatile, accesso al client che consente di connettersi alla rete della Banca dovunque sia disponibile una connessione senza l’utilizzo del token fisico, di softphone (un numero virtuale su Skype for business) e cuffie USB per telefonare», sottolinea Colacicco. «Si tratta di un cambiamento culturale, un’occasione per un maggiore orientamento ai risultati e per rivedere anche le nostre abitudini lavorative. E in questo cambiamento la tecnologia è diventtoa un fattore abilitante, che permette anche la crescita di competenze delle persone».

L’avvio dello Smart Working in Sella è partito a fine del 2017 con una fase pilota, dopo aver definito un modello iniziale e dopo aver fornito un percorso di formazione al top management e ai responsabili delle aree coinvolte in questa prima sperimentazione. Successivamente, sono stati raccolti dei feedback per affinare il modello e delle valutazioni relative agli strumenti di lavoro e alla potenziale adesione delle aree del gruppo. Dall’estate del 2018 è iniziato un percorso di formazione per le persone potenzialmente coinvolte (al tempo poco più di mille) e quelle interessate hanno poi potuto firmare i contratti di Smart Working. «È della fine del 2018 l’estensione di questa modalità di lavoro a tutte le società del gruppo Sella, mentre a marzo del 2019 è stato condotto una survey su tutti i dipendenti coinvolti per raccogliere feedback e suggerimenti», ricorda Colacicco.

Lo Smart Working 2.0 di Sella

Per Sella, mettere al centro la persona però, non ha significato solo dare la possibilità di lavorare in un posto diverso dall’ufficio, ma ha previsto anche ripensare gli spazi in modo da favorire la produttività, individuale e aziendale, e la collaborazione.

«Quello che noi abbiamo abbracciato in realtà è uno Smart Working 2.0, che da un lato permette alle persone di lavorare in modo smart anche quando si trovano in ufficio, e che dall’altro abbraccia la logica dell’Open Innovation, che fa leva sul concetto di spazio aperto in cui le persone si incontrano, scambiano informazioni e strategie», ribadisce Colacicco.

Questa visione scaturisce dall’osservazione del contesto attuale: oggi nell’ambito dell’intermediazione finanziaria a guidare non è più la competizione, ma la collaborazione e l’apertura verso i competitor che diventano ‘coopetitor’, condividendo informazioni, strategie e conoscenze in un’ottica di ‘innovazione aperta’. «Gli interlocutori sono persone smart che hanno un set di competenze diverse e una nuova capacità di interconnessione, che richiede spazi nuovi in grado di favorire la collaborazione».

Fintech District, «una porta d’accesso all’ecosistema fintech italiano»

Il nuovo modo di lavorare di Sella ha trovato la sua massima espressione nel progetto del Fintech District S32, inaugurato a settembre 2017 a Milano e con sede in Copernico Isola (in via Sassetti 32).

«Il Fintech District è la porta d’accesso all’ecosistema fintech italiano e attrae gli stakeholder nazionali e internazionali più rilevanti – racconta Colacicco -. La community del Fintech District conta oggi 110 startup e numerose collaborazioni con istituzioni pubbliche, investitori, professionisti, istituzioni finanziarie, innovation hub internazionali, università e corporate».

Gli spazi dell’edificio di via Sassetti 32 sono stati disegnati secondo i principi dello Smart Working, di cooperazione e con un approccio “open”. Dall’ottavo all’undicesimo piano di S32, 150 persone di Sella hanno a disposizione phone boot per le call, sale per le video conference, poltrone per i one-to-one, scrivanie in sharing e aree per concentrarsi.

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