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Oltre il Talent Shortage e la Great Resignation: quando l’AI è un alleato per le Direzioni HR



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Adottare soluzioni che sfruttano le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale è una buona strategia per migliorare il processo di selezione e aumentare l’engagement dei dipendenti. Ecco come

Pubblicato il 16 feb 2024

Massimo Genova

CEO di Alveria



AI alleato HR

Negli ultimi tempi, le Direzioni HR italiane hanno affrontato sfide di portata considerevole, evidenziando un netto divario tra le aspettative dei candidati/collaboratori e le risposte organizzative. Tra le questioni più pressanti emergono il Talent Shortage e il fenomeno della Great Resignation. Il Talent Shortage ha reso sempre più complessa la ricerca di candidati qualificati, mentre la Great Resignation ha portato alla luce un significativo calo dell’engagement tra i collaboratori, spingendo le Direzioni HR a una profonda riflessione sulla gestione delle risorse umane.

L’aumento delle difficoltà nella selezione di candidati qualificati e la diminuzione dell’engagement tra i collaboratori hanno spinto le Direzioni HR a esaminare con attenzione le criticità emerse e a impegnarsi nella ridefinizione dei rapporti con risorse sempre più orientate a dare al lavoro un significato sociale oltre che economico. In risposta a questa sfida, nel 2024, le organizzazioni sono chiamate non solo a riconoscere, sostenere ed esaltare il merito, ma anche a dotarsi degli strumenti necessari per prendere decisioni oggettive, orientate al supporto concreto, garantendo così una People Experience personalizzata e orientata a un sostegno tangibile.

Il ruolo dell’AI in un contesto sfidante

È innegabile che l’avvento dell’Intelligenza Artificiale abbia aperto nuovi scenari di automatizzazione delle attività lavorative, contribuendo in modo significativo all’efficientamento dei processi HR, liberando tempo prezioso per attività più strategiche.

Gli algoritmi di AI sono, infatti, già impiegati in vari contesti: dall’analisi dei curriculum vitae all’indagine dei dati sulle prestazioni e il benessere dei dipendenti, fino alla previsione dei possibili casi di turnover. L’AI si dimostra utile anche nel supportare il processo di onboarding, offrendo una guida personalizzata e agevolando l’integrazione dei nuovi dipendenti.

Tuttavia, come sempre accade dinanzi alle innovazioni, è fondamentale non incorrere in facili esemplificazioni e mantenere un equilibrio tra l’automazione fornita dall’Intelligenza Artificiale e la sensibilità umana, specialmente in questioni legate alla gestione delle persone. L’AI, infatti, non è chiamata a sostituire le competenze umane, bensì a potenziarle, creando un impatto positivo sull’intera società. Per ottenere questo risultato, le organizzazioni sono chiamate non solo ad investire in innovazione, ma anche a implementare una strategia HR orientata all’upskilling e al reskilling dei propri collaboratori, rendendoli consapevoli dei benefici e dei potenziali rischi legati a questa trasformazione.

In questo processo di trasformazione, dunque, la collaborazione tra l’umano e l’Intelligenza Artificiale diventa essenziale, poiché ciascuno contribuisce in modo complementare al successo dell’organizzazione. L’analisi dati avanzata effettuata dall’AI consente, infatti, una visione più approfondita delle dinamiche aziendali, mentre la sensibilità umana è irrinunciabile nella gestione delle relazioni interpersonali e nella comprensione delle sfumature emotive e culturali.

Affinché l’AI contribuisca in modo ottimale al raggiungimento degli obiettivi strategici delle Direzioni HR, è essenziale, inoltre, considerare anche gli aspetti etici e legali. La trasparenza nell’uso dei dati, la gestione della privacy e la prevenzione dei bias algoritmici sono componenti cruciali per una corretta implementazione dell’Intelligenza Artificiale.

L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nella gestione delle risorse umane non può essere fine a sé stessa ma deve servire a potenziare le capacità umane. La sensibilità, la comprensione delle dinamiche organizzative e la gestione delle relazioni interpersonali restano aspetti irrinunciabili che solo le competenze umane possono garantire.

Uno strumento che aiuta le Direzioni HR ad affrontare le sfide del prossimo futuro

Se i fenomeni del Talent Shortage e della Great Resignation hanno posto in evidenza la necessità di adottare approcci innovativi nella ricerca del personale e sollevato le questioni di engagement dei dipendenti e della loro retention; l’AI si presta a facilitare i processi di selezione, accelerando i tempi di risposta, e ad analizzare rapidamente dati di performance e benessere prevedendo possibili casi di turnover. Ciò consente alle Direzioni HR di intervenire in modo proattivo, implementando strategie di retention mirate.

Automatizzando queste attività operative attraverso l’AI le Direzioni HR, infatti, possono concentrarsi su compiti più strategici come la definizione di politiche aziendali orientate al benessere dei dipendenti, riconoscimento del merito e potenziamento delle competenze.

Il binomio tra Intelligenza Artificiale e gestione delle risorse umane può essere, quindi, un catalizzatore per il successo aziendale. Le Direzioni HR, abbracciando questa sinergia, possono sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie emergenti per costruire ambienti di lavoro più efficienti, inclusivi e orientati al successo a lungo termine.

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