INTERVISTA

Recoach: la nuova frontiera del coaching aziendale secondo Relatech



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Un percorso strutturato, accessibile a tutti i livelli, che accompagna le persone in un’evoluzione personale e collettiva, rafforzando valori condivisi, identità organizzativa e relazioni autentiche. Ecco i capisaldi di un modello innovativo che ha ricadute concrete su trasformazione culturale, sostenibilità e valorizzazione del capitale umano

Pubblicato il 25 giu 2025



Coaching aziendale

In un’epoca in cui performance e benessere devono coesistere per garantire competitività e sostenibilità, Relatech ha scelto di investire in un modello di sviluppo interno fondato sul coaching trasformativo aziendale. Un progetto che nasce dall’intuizione del Presidente e Amministratore Delegato Pasquale Lambardi e che si è strutturato nel tempo in ReCoach, oggi elemento distintivo della cultura d’impresa del gruppo.

Who's Who

Pasquale Lambardi

Presidente e Amministratore Delegato, Relatech

Pasquale Lambardi

Dall’intuizione personale alla visione aziendale per abbracciare il coaching

«Il coaching è entrato nella mia vita più di 15 anni fa», racconta Lambardi. «Da ingegnere, ero inizialmente scettico: mi sembrava una cosa poco concreta. Poi ho seguito un percorso formativo con una scuola internazionale e sono diventato Master Coach certificato. Mi ha trasformato come individuo e leader».

L’esperienza personale diventa progetto organizzativo nel 2019, proprio mentre Relatech si affacciava alla quotazione in Borsa. «Avevamo bisogno di sviluppare le soft skill in modo concreto. I corsi tradizionali non funzionavano, non lasciavano traccia. Così ho pensato: perché non applicare il modello che ha funzionato per me, ma in maniera strutturata a livello aziendale?».

Una mappa valoriale per guidare la trasformazione

La prima tappa è stata la definizione di una mappa di valori condivisi. Fiducia, passione, trasparenza, eccellenza: questi i pilastri che oggi ispirano le scelte dell’organizzazione. «Abbiamo immaginato Relatech come una persona e costruito un’identità valoriale che potesse guidare tutto il Gruppo, anche dopo numerose acquisizioni», sottolinea Lambardi.

Su questa base nasce ReCoach, che, come spiega la Chief People Officer, Lara Carrese, non è un’Academy, ma un «viaggio che accompagna ogni persona nella scoperta di sé stessi e nell’integrazione della cultura aziendale».

Who's Who

Lara Carrese

Chief People Officer, Relatech

Lara Carrese

«Con ReCoach entri nella cultura Relatech, ne abbracci i valori e diventi a tutti gli effetti una persona Relatech», continua l’AD. «È come girare un chiavistello: entri in un appartamento, in casa. E lo fai in un momento estremamente dinamico, in cui l’azienda vive un’evoluzione continua, sia organica che inorganica. Modelliamo già dall’inizio, ma non in maniera manipolativa: lo facciamo attraverso i valori e nel rispetto del codice etico che abbiamo adottato. Ci teniamo moltissimo. Per esempio, abbiamo scelto di non utilizzare la PNL, che in alcuni contesti può prestarsi a interpretazioni ambigue. Per noi il coaching deve rimanere puro, centrato sulla persona e sul suo percorso».

Coaching aziendale, oltre la formazione: un sistema di induction e trasformazione

Il programma si articola in tre livelli. Il primo è previsto nel piano di induction ed è obbligatorio per tutti i nuovi ingressi nel Gruppo: tre giornate formative – in parte anche nel weekend – dedicate alla consapevolezza di sé, ai propri valori e sogni. «Il primo modulo aiuta le persone a riscoprire chi sono, al di là del ruolo professionale. È un momento potente di crescita personale e condivisione», afferma Lambardi.

La seconda fase, della durata di un anno, è invece volontaria e trasforma i partecipanti in coach interni certificati. Viene richiesta una lettera motivazionale e l’adesione comporta anche un accordo di retention. «I futuri coach diventano ambasciatori della nostra cultura. È un investimento che valorizziamo e selezioniamo con cura», aggiunge Carrese.

Infine, nella terza fase, alcuni coach diventano formatori: dipendenti Relatech che si prendono l’onere e l’onore di formare le nuove generazioni di coach interni, aggiungendo un ulteriore livello di scalabilità e ownership al progetto.

Coaching per tutti, a prescindere dal ruolo

Il progetto è oggi pienamente istituzionalizzato. «Da noi fanno coaching tutti, junior e top manager», afferma Lambardi. «E questo permette anche di scoprire talenti nascosti. In un’azienda che cresce rapidamente, è un modo naturale per mappare le competenze e creare relazioni autentiche».

Secondo Rossella Caiazzo, Responsabile della comunicazione e una delle formatrici del progetto, ReCoach è molto più di un programma HR: «Mi ha permesso di raccontare la mia storia personale, di mettermi a nudo. Ho fatto coaching con un collega che non conoscevo: abbiamo raggiunto obiettivi professionali e creato un legame umano autentico. È stata un’esperienza trasformativa, appunto».

Who's Who

Rossella Caiazzo

Responsabile della comunicazione, Relatech

Rossella Caiazzo

Una cultura di coaching aziendale per promuovere la sostenibilità sociale

L’impatto del progetto va ben oltre la produttività. ReCoach è oggi incluso nel bilancio ESG di Relatech come leva di sostenibilità sociale. «Il coaching lavora sulla consapevolezza, sull’equilibrio personale, sul benessere. E una persona consapevole è anche un professionista migliore», spiega Carrese. «In un contesto VUCA come quello attuale, questa è la chiave per la vera resilienza organizzativa».

La cultura del coaching aiuta anche a scardinare vecchi modelli gerarchici. «L’obiettivo finale è che ogni persona possa essere affiancata da un coach interno per raggiungere gli obiettivi aziendali. Non si tratta di mentoring né di management, ma di accompagnamento strategico», chiarisce Lambardi. «E per farlo servono obiettivi ben strutturati. È qui che la managerializzazione della cultura aziendale si innesta nel progetto ReCoach».

Formazione interna e comunicazione: il valore del racconto

Uno degli strumenti più efficaci per diffondere la cultura del coaching è stata la produzione di una collana di libri scritti dai coach-formatori interni. Ogni testo racconta la trasformazione personale vissuta grazie al percorso ReCoach.

«È stato emozionante leggere la vita di colleghi che vedi tutti i giorni. Ti connetti a un livello più profondo, c’è empatia, fiducia, rispetto», racconta Carrese. «Questi racconti diventano asset aziendali unici, non replicabili».

Anche sul piano della comunicazione, il progetto è diventato leva di branding e reputazione. «In termini di employer branding, ReCoach è uno degli strumenti distintivi più potenti che abbiamo», sottolinea Carrese. «Racconta chi siamo, come lavoriamo, che tipo di organizzazione vogliamo essere».

Il progetto “Vivere da coach”: il futuro del modello

L’ambizione di Relatech è rendere il coaching parte strutturale della vita organizzativa, creare un sistema in cui ogni persona abbia accesso a un coach interno che lo aiuti a traguardare gli obiettivi aziendali. «Non è ancora pienamente attivo, ma ci stiamo lavorando. Richiede una maturità culturale manageriale che stiamo costruendo», precisa Lambardi.

Il modello funziona meglio quando coach e coachee non sono legati da rapporti gerarchici. «Il riconoscimento reciproco è fondamentale. Più le persone sono distanti nei ruoli, più il coaching funziona», aggiunge Carrese.

Un sapore olivettiano nel mondo tech

Relatech oggi conta circa 700 persone, con 60 coach certificati e una nuova classe in partenza ogni anno. «Abbiamo osservato cambiamenti profondi: non solo nel clima aziendale, ma anche nella vita personale delle nostre Persone. Alcuni hanno cambiato carriera, altri si sono riscoperti più felici», racconta Lambardi. «Senza voler essere troppo retorici, c’è un po’ di spirito olivettiano in tutto questo. In un’epoca dominata dal mordi e fuggi finanziario, noi crediamo ancora nel valore umano dell’impresa».

Un progetto come ReCoach non si improvvisa. Richiede visione, coerenza e coraggio. Ma soprattutto, una convinzione profonda: che la crescita delle persone sia il miglior investimento strategico possibile.

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