INTERVISTA

Con il progetto (R)evolution Facile.it bilancia lavoro e vita privata dei dipendenti



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Dalla settimana corta al lavoro da remoto, passando per i congedi di paternità prolungati: sono diverse le iniziative lanciate dall’azienda nota per il suo sito di comparazione di assicurazioni, mutui, tariffe per energia elettrica, gas, fibra e altro ancora. A parlarcene è il Chief of Human Resources, Alessandro Tallia

Pubblicato il 14 nov 2024



fACILE.IT

Individuare e introdurre iniziative che preservino l’equilibrio tra lavoro e vita privata dei dipendenti è il fulcro del progetto (R)evolution avviato nel 2023 dal team People and Culture di Facile.it.

«Le persone, i nostri più di mille professionisti, sono il segreto del successo dell’azienda – racconta Alessandro Tallia, Chief of Human Resources, Legal and General Services –. È grazie a loro che Facile.it è diventato un punto di riferimento per gli oltre 5 milioni di utenti che ogni mese visitano il nostro sito per confrontare prodotti assicurativi, finanziari, energetici e di noleggio a lungo termine, e fare anche simulazioni, per esempio sui mutui.

Il nostro “compito” è metterli nella migliore condizione di lavoro, creando un ambiente fatto su misura, in grado di stimolare la creatività e favorire tanto la produttività quanto il benessere individuale. Da qui la nascita del progetto (R)evolution, che abbiamo chiamato così perché è l’evoluzione di un percorso intrapreso già a partire dalla pandemia, che nel 2022 ha visto il lavoro da remoto prendere più consistenza».

Who's Who

Alessandro Tallia

Chief of Human Resources, Legal and General Services di Sella

Alessandro Tallia

Una strategia, sette iniziative per Facile.it

La sfida per il team People and Culture, guidato da Tallia, è stata duplice: da una parte individuare delle soluzioni che potessero essere compatibili con il tipo di lavoro (in Facile.it esistono diversi inquadramenti, basti pensare a chi lavora a contatto diretto con il pubblico, in negozio o con il contact center, ndr) e dall’altra coinvolgere tutto il management aziendale e condividere il nuovo approccio.

Un lavoro che ha portato alla declinazione in 7 punti di (R)evolution: Smart Working fino al 100% e settimana lavorativa corta con uscita anticipata il venerdì alle 13; fino al 50% in più di ferie a disposizione ogni anno, dai più senior ai nuovi arrivati; una giornata libera per festeggiare il compleanno; welfare dedicato per le mamme e congedo di paternità più lungo di 20 giorni; premio presenza per chi lavora a contatto con il pubblico; piano welfare dedicato al benessere psicologico attraverso la partnership con Unobravo che coinvolge anche i familiari dei dipendenti.

Lo Smart Working, una questione di fiducia

«Smart Working “libero” non vuol dire anarchia – sottolinea il manager-, ma vuol dire “fiducia”. Il contratto è individuale e soggetto alla condizione che il dipendente mantenga una performance lavorativa al livello delle aspettative. Si tratta di una possibilità che diamo alle persone, ma sempre tenendo conto delle necessità di team. E poi ci sono dei momenti obbligatori in presenza, come la valutazione della performance».

Una fiducia ben riposta, a detta di Tallia, perché proprio rispetto alle performance solo chi è valutato da tre in su (dove tre indica che si è fatto un lavoro sufficiente e adeguato al ruolo) può continuare a lavorare in Smart Working, in caso contrario si richiede di tornare in ufficio al 100% per qualche settimana, per riallinearsi con gli obiettivi, ma «finora su 600 full smart worker solo in poche occasioni è stato necessario questo intervento. Certo è che abbiamo dovuto affrontare con coraggio un progetto che pochi avevano fatto. Noi abbiamo cominciato a gennaio 2023 con un kick off ‘hard’, nel senso non c’è stato un periodo di accompagnamento: a fine 2022 abbiamo dichiarato che dal primo gennaio le cose sarebbero state diverse. Alcuni manager avevano il timore di perdere il controllo.

Una volta che abbiamo portato a bordo le persone, il secondo ostacolo è stato tenerle comunque ‘agganciate’ all’azienda, per non perdere lo spirito innovativo che ci contraddistingue da sempre, e che spesso si palesa nell’incontro casuale piuttosto che nella chiacchierata al caffè o in pausa pranzo. E invece continuiamo a innovare e i risultati economici lo provano, perché la verità è che eravamo già abituati a lavorare in questo modo, in piccoli team e per obiettivi, con misurazione della performance. Non abbiamo dovuto fare un vero e proprio salto culturale, ma solo acquisire più consapevolezza delle nostre opportunità».

Organizzare meglio il lavoro con la settimana corta

La settimana corta in Facile.it è, come anticipato, di 36 ore: «Dal nostro punto di vista si tratta di un mix tra il permettere alle persone di organizzarsi in autonomia il lavoro, avendo anche la possibilità di cominciare il weekend in anticipo rispetto al sabato, e la necessità di assorbire i permessi orari che ci sono nel contratto del commercio e che non vengono più utilizzati nel momento in cui si è Smart Working. Quello di cui ci siamo resi conto con la settimana corta è che si ottimizza, in generale, il tempo, portando avanti i propri obiettivi anche in 36 ore», ribadisce il Manager.

A tutela poi di chi lavora nei call center, Facile.it garantisce due sabati liberi al mese, oltre alle domeniche: «Questo perché quando si entra in un meccanismo di turni si rischia di fare sei giorni su sette, senza avere mai due giorni consecutivi di riposo. Inoltre, abbiamo anche ridotto le fasce orarie».

La genitorialità va tutelata

Il team People and Culture ha poi proposto delle iniziative che supportano i dipendenti che diventano genitori: «I papà possono usufruire di 20 giorni in più di congedo (portato a 30 in totale) – racconta Tallia -, il congedo di maternità e paternità è stato equiparato anche alle coppie omogenitoriali e abbiamo previsto un bonus welfare per favorire il rientro in azienda delle mamme, che può essere utilizzato per asili nido o baby sitter. Inoltre, durante la maternità, garantiamo il 50% del variabile».

Facile.it, le ricadute (positive) del progetto (R)evolution

Promuovere un progetto come quello di Facile.it comporta anche benefici per il business in termini di retention e attraction: «Da quando è entrato a regime abbiamo registrato il tasso di dimissione più basso dalla nascita dell’azienda, soprattutto tra le figure tech e business – sottolinea il Manager -. Inoltre, in fase di recruiting ci siamo resi conti che i candidati apprezzano particolarmente le possibilità che avrebbero in termini di flessibilità e welfare, così come il lavorare per obiettivi in piccoli team, chiamati a portare a compimento specifici progetti. Accolgono anche di buon grado il fatto che invece la fase di inserimento preveda la presenza in ufficio».

Per capire quanto il percorso intrapreso influisca concretamente sul bilanciamento lavoro/vita privata sono state fatte diverse survey, che in generale hanno dato riscontro positivo, «in particolare è emerso che la possibilità di smettere di lavorare il venerdì all’una psicologicamente rappresenta un incentivo per la persona a essere più produttivi e concentrati.

C’è poi un altro effetto nel day by day: evitare il tragitto casa-lavoro consente, ad esempio, la mattina di dedicarsi al benessere fisico (tra allenamenti, camminate e corsa) e il pomeriggio alla famiglia, agli amici o ancora una volta a se stessi. Tutte queste cose hanno un riverbero positivo anche sul mood e sul buonumore, e rendono l’ambiente più piacevole e accogliente, portando a mio avviso a lavorare meglio».

Per avere un quadro ancora più chiaro in Facile.it sono ricorsi anche a dei software che analizzano la produttività del reparto IT sulla base di standard di riferimento di performance internazionali: «Noi siamo nella parte alta del quadrante superiore, il che vuol dire che stiamo lavorando bene. Cosa che ci è stata confermata anche da un’altra analisi di benchmark di performance che ha evidenziato che siamo tra i primi in Europa nella capacità di gestione di task e sviluppo di codice. Questo per noi è un indicatore molto positivo avendo quasi 150 programmatori che lavorano solo da remoto», conclude Tallia.

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