Leadership gentile

Leadership gentile: che cosa vuol dire andare ben oltre le buone maniere

Quando la leadership diventa ascolto, riconoscimento, comunicazione e valorizzazione del talento. Un nuovo approccio, che accompagna le persone lungo il loro percorso professionale, aiutandole a fare leva sul proprio potenziale e creando lo spazio perché questi possano svilupparsi

Aggiornato il 20 Dic 2022

Valentina Marmiroli

Senior Manager, Methodos

Leadership gentile

Un saluto gentile quando ci incontriamo dal vivo o in remoto, un “come stai” sorridente. Questo ma non solo. Il contesto in cui viviamo e lavoriamo è fatto di costante iper-connessione e velocità; abbiamo un forte bisogno di riconoscimento personale.​ Il paradigma della leadership gentile nasce dal bisogno dei leader di oggi di seguire un nuovo approccio, che accompagna le persone lungo il loro percorso professionale, aiutandole a fare leva sui propri talenti e creando lo spazio perché questi possano svilupparsi.

Non una moda del momento, ma l’esito di una riflessione profonda sul rapporto tra le persone e i loro capi.

Lo ha spiegato Guido Stratta, Direttore P&O Enel Group e autore [1]: «La leadership gentile è uno spazio di ascolto ​non giudicante​ in cui le persone entrano​ con le loro passioni e con ​i loro punti di forza e si manifestano per le loro capacità e passioni».

Su questo tema si è espresso anche Emilio Galli Zugaro, docente alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco ed esperto di leadership comunicativa [2]: «Un leader deve riuscire a comunicare e comprendere la passione delle persone, creare fiducia dando l’esempio, e ascoltare senza giudizio. Competenza, integrità, motivazione sono quindi gli attivatori di un approccio gentile alla leadership».

Tra i temi principali di questo paradigma ci sono quindi un ascolto attivo​ da parte dei leader, la capacità di motivare le persone ed esprimere empatia, di gestire gli eventuali conflitti favorendo una comunicazione efficace e dando feedback costruttivi e rispettosi. Così facendo, la responsabilità di ognuno è diffusa nella squadra, e ciò facilita che le persone vedano il proprio talento riconosciuto e valorizzato.

Leadership gentile: questione di stile?

Questa è proprio la direzione che sempre più spesso richiedono le persone per vivere in un contesto lavorativo sano e rispettoso dell’equilibrio vita-lavoro, il work-life balance.

Lo spiegava Paolo Boccardelli, Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese e Strategie d’Impresa presso l’Università Luiss in un suo articolo sul Sole 24 Ore [3] : «Mai come adesso è in atto una crisi dei modelli di leadership, che spesso si presentano quali ‘stereotipi classici’… I dati ci dicono che nel 2021 le persone, nell’approcciarsi a una nuova occupazione, danno più rilevanza a: flessibilità, cultura aziendale inclusiva ed equilibrio vita privata-lavoro. Nuove sfide, che impongono un cambiamento di paradigma e che chiamano in causa chi riveste posizioni apicali».

Sì, perché essere leader non sempre è stata una questione di gentilezza. La leadership organizzativa – e questo ciò di cui stiamo parlando – è evoluta nel tempo. Un salto indietro nel tempo ci permette di comprendere il presente. A inizio ‘900 la leadership era concepita soprattutto come una questione di potere e controllo, finalizzata alla primaria realizzazione degli obiettivi aziendali, in modo assoluto e indiscutibile.

Bisogna attendere questo nuovo secolo per avvicinare lo stile di leadership a modelli che ci sono più consueti. Con Daniel Goleman [4], il fondamento del potere del leader risiede nella sua capacità di far leva sulle emozioni del gruppo e volgerle al positivo, orientandole verso il raggiungimento di un obiettivo comune. Goleman propone 6 stili di leader: visionario, coach, affiliativo, battistrada, autoritario, democratico.

I territori della nuova leadership oggi, si espandono principalmente verso uno stile di mentorship, di coaching, counselling e tutorship.

Gentili caratteristiche

Ma è davvero possibile coniugare la necessità di rendere sostenibile un’azienda – dal punto di vista ESG, Environmental, Social, Governance – e raggiungerne gli obiettivi strategici (anche finanziari) garantendo al contempo il benessere di tutte le persone? Ascoltando tutti, comprendendo tutti? Si può fare, ma non da soli. Un HR deve avere una chiara visione di come è fatta la propria azienda, prevedere colloqui esplorativi, ascoltare tutti, anche con gruppi di persone che raccolgono le informazioni e fungono da ambassador.

Insomma, servono empatia, mindfulness e, anche, coraggio per sostenere la causa.

Leadership gentile, migliore ed efficace sempre?

La storia della leadership organizzativa insegna. Non si può parlare di uno stile migliore in assoluto, forse si può affermare che è l’ascolto attento e non pregiudizievole la regola vincente e non solo nelle organizzazioni ma, come sperimentiamo quotidianamente, in ogni tipo di relazione.

Una riflessione in merito è suggerita da una voce fuori dal coro (per lo meno da quello aziendale). Così suggerisce Giancarlo Carofiglio [5]: “Gentilezza – Non c’entra nulla con le buone maniere, né con l’essere miti, ma disegna un nuovo modello di uomo civile, che accetta il conflitto e lo pratica secondo regole, in una dimensione audace e non distruttiva. Per questo la gentilezza, insieme al coraggio, diventa una dote dell’intelligenza, una virtù necessaria a trasformare il mondo”.

A conferma che la gentilezza sostiene un cambiamento evolutivo al di fuori di ogni confine.

[1] Guido Stratta, Bianca Straniero Sergio, Ri-evoluzione. Il potere della leadership gentile, Milano, Franco Angeli, 2021

[2] Emilio Galli Zugaro, The Listening Leader – How to drive performance by using communicative leadership , FT Publishing International, 2017

[3] Paolo Boccardelli, Sono i leader gentili visionari e ottimisti che attirano i talenti, Sole 24 Ore, 21 marzo 2022

[4] Daniel Goleman, Richard E Boyatzis, Annie McKee, Primal Leadership: Unleashing the Power of Emotional Intelligence , HBR 2016. ????

[5] Giancarlo Carofiglio, Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e altre cose, Milano, Feltrinelli, 2022

Articolo originariamente pubblicato il 19 Dic 2022

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