L'ESPERTO RISPONDE

Quali sono i passi da seguire quando si affronta un progetto di Smart Working?

Visioning, Readiness Assessment, Model Design, Change Management, Monitoring & Coaching. Sono questi i 5 passi fondamentali per innescare un’evoluzione dei modelli organizzativi e un cambiamento culturale

Pubblicato il 05 Mag 2016

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Aiutare le imprese a capire, affrontare e gestire i progetti di Smart Working. Con questo obiettivo Emanuele Madini, Associate Partner della società di Advisory P4I – Partners4Innovation del gruppo Digital360, alla guida della Practice sullo “Smart Working & Workplace Innovation”, risponde ad alcuni quesiti raccolti dai lettori

Per fare le vostre domande scrivere a info@digital4.biz.

QUALI SONO I PASSI DA SEGUIRE QUANDO SI AFFRONTA UN PROGETTO DI SMART WORKING?

Con il termine Smart Working ci si riferisce a nuovi modelli di lavoro caratterizzati da maggiore flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari di lavoro e degli strumenti da utilizzare (ne è un esempio il caso Leroy Merlin). Tutto questo consente alle persone di svolgere le proprie attività in modo più efficace e produttivo a fronte di una maggiore responsabilizzazione sul raggiungimento degli obiettivi.

Lo Smart Working non si limita a una semplice iniziativa di work-life balance e welfare aziendale per le persone; esso innesca un percorso di profondo cambiamento culturale e un’evoluzione dei modelli organizzativi e per questo motivo un progetto di implementazione di un nuovo modello aziendale deve prevedere una roadmap dettagliata fase per fase.

Possono, pertanto, essere individuati 5 passi fondamentali da percorrere.

1) Visioning

Consiste nell’identificare reference practice in termini di gestione degli spazi fisici di lavoro, human resources management, sistemi di programmazione e controllo, strumenti di collaborazione e comunicazione, policy organizzative, aspetti giuslavoristi, nonché nello sviluppare la strategia e la vision per l’introduzione dello Smart Working in azienda.

2) Readiness Assessment

Prevede l’analisi della predisposizione delle diverse aree aziendali rispetto all’introduzione di logiche di Smart Working, evidenziando i possibili vincoli o punti di attenzione.

In particolare, l’analisi deve tenere in considerazione il livello di readiness dei diversi nuclei organizzativi in termini di:

  • attività lavorative (standardizzazione, livello di digitalizzazione, sicurezza dei dati richiesta, prevedibilità, modalità di collaborazione, …);
  • persone (indipendenza e autonomia, bisogno di continua interazione sociale, esigenze personali, …);
  • modello di leadership dei capi (sponsorship attesa, livello di supervisione e controllo richiesto sulle proprie persone, propensione alla delega, approcci alla valutazione per obiettivi e risultati, …).

3) Model Design

Riguarda la definizione del modello organizzativo e tecnologico dello Smart Working e l’identificazione delle modalità di lancio della sperimentazione del modello all’interno dell’azienda.

4) Change Management

Consiste nella diffusione dei principi di Smart Working con l’obiettivo di abilitare il cambiamento culturale e manageriale all’interno dell’azienda. Diventa necessario comunicare efficacemente il lancio dell’iniziativa alla popolazione aziendale.

5) Monitoring & Coaching

Consiste nella valutazione dell’andamento dei progetti pilota e prevede l’identificazione di eventuali criticità e azioni correttive.

Emanuele Madini è un innovatore digitale che da anni accompagna le aziende nel percorso di ripensamento del modello organizzativo e digitale. In P4I – Partners4Innovation guida la Practice sullo “Smart Working & Workplace Innovation” e supporta imprese e PA nello sviluppo di modelli di lavoro innovativi, finalizzati a migliorare la produttività, l’efficacia prestazionale e il livello di coinvolgimento delle persone.

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