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Competenze chiave: AI in pole, ma c’è un gap da colmare in Italia



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A che punto siamo, secondo Salesforce e LinkedIn, e le iniziative lanciate per rendere il nostro Paese un centro sull’Intelligenza Artificiale competitivo a livello globale

Pubblicato il 21 set 2023



Competenze chiave

Solo 1 lavoratore italiano su 10 possiede skill di Intelligenza Artificiale, nonostante stia diventando una delle competenze chiave, ambite dalle aziende. È quanto emerge da “Digital Skills Index”, l’indagine di Salesforce condotta da True Global Intelligence in collaborazione con Dynata, su un campione di 11mila lavoratori di 11 paesi diversi, che in Italia ha visto coinvolte circa mille persone. I risultati rivelano l’importanza crescente e, al contempo, la scarsità delle competenze AI sul mercato del lavoro.

Competenze chiave: a che punto è l’AI in Italia

Nel nostro Paese c’è un significativo gap tra la richiesta e i bisogni delle aziende sul fronte dell’AI e le competenze dei lavoratori.

Secondo l’analisi di Salesforce, se è vero che l’82% ha dichiarato di utilizzare quotidianamente le competenze digitali per il proprio lavoro, sono ancora pochi quelli che hanno una preparazione tale da consentire di spingersi oltre le tecnologie di collaborazione, dell’amministrazione digitale e del project management.

Per quanto riguarda le tecnologie di Artificial Intelligence, solo il 10% dei lavoratori italiani le utilizza. Inoltre, solo per il 14% il proprio lavoro richiede conoscenze digitali specifiche come la crittografia e la cyber security, e appena il 13% utilizza competenze di programmazione e sviluppo di app.

Anche nel settore tecnologico solo il 23% dei lavoratori utilizza le competenze di AI nella sua professione. E al di fuori del settore ICT la percentuale è ancora più bassa: solo il 7% nel settore viaggi e turismo e 8% nel settore della sanità.

Nonostante questa situazione, i lavoratori italiani sono desiderosi di acquisire nuove conoscenze nel campo dell’AI. Rientrano, infatti, tra quelle “competenze reali” ritenute dall’84% del campione più importanti dei titoli di studio o del percorso professionale. Non stupisce quindi che il 98% dei rispondenti ritenga che le aziende dovrebbero dare la priorità alle competenze chiave in ambito AI nella loro strategia di sviluppo dei dipendenti e il 67% si dichiari entusiasta della prospettiva di impiegarla nel proprio lavoro. Della stessa opinione è il 56% dei leader che afferma di star valutando i modi per utilizzare l’AI generativa in azienda.

La ricerca del Linkedin’s Economic Graph conferma la situazione in Italia

L’indagine svolta dal Linkedin’s Economic Graph per il Future of Work Report avvalora i dati precedentemente riportati. Lo scorso giugno, la quota dei membri italiani di Linkedin che dichiarava di possedere almeno 2 skill legate all’AI era lo 0,45%, nel settore tecnologico l’1,69%. In generale, la media internazionale si attesta rispettivamente intorno allo 0.68% e al 2,44%.

E anche per quanto riguarda la velocità di diffusione delle competenze chiave in ambito AI, il nostro paese si posiziona in basso alle classifiche: nel 2023 la quota di professionisti con almeno 2 skill in ambito AI è 7,5 volte quella del 2016, al di sotto della media internazionale fissata a quota 9x e molto lontano dal 20x di Singapore, al primo posto.

L’iniziativa a livello governativo

Secondo l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), il gap tra la domanda di competenze AI e l’offerta sta sempre più aumentando a livello globale.

L’Italia, come altri paesi, non ha investito abbastanza nella formazione in questo campo, ma recentemente è stato adottato un Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale (IA) 2022-2024, frutto del lavoro congiunto del Ministero dell’Università e della Ricerca, del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e grazie al supporto del gruppo di lavoro sulla Strategia Nazionale per l’Intelligenza Artificiale. L’iniziativa prevede “ventiquattro politiche da implementare nei prossimi tre anni per potenziare il sistema AI in Italia, attraverso creazione e potenziamento di competenze chiave, ricerca, programmi di sviluppo e applicazioni dell’AI. Queste politiche hanno l’obiettivo di rendere l’Italia un centro sull’Intelligenza Artificiale competitivo a livello globale, rafforzando la ricerca e incentivando il trasferimento tecnologico”.

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