Success Story

L’agenzia di PR che supporta il wellbeing aziendale con il digitale pagando psicologo, corsi di fitness e sedute di yoga

Si chiamano Serenis e Buddyfit e sono le due piattaforme che si prendono cura rispettivamente del benessere della mente e del corpo adottate dall’agenzia milanese di PR Disclosers. A raccontarci di questa esperienza i due fondatori, Jessica Malfatto e Stefano Tagliabue

Pubblicato il 10 Feb 2023

Disclosers

Rendere i propri dipendenti persone felici. È con questo obiettivo in mente che Jessica Malfatto e Stefano Tagliabue, co-fondatori dell’agenzia indipendente di PR milanese Disclosers, hanno deciso di testare l’uso di due soluzioni software per supportare il wellbeing aziendale, offrendo di fatto sedute online dallo psicologo e una app per seguire corsi di fitness, yoga e meditazione tutto a carico dell’azienda.

Lavoro agile, ma non solo, per promuovere il wellbeing aziendale

Disclosers è un’agenzia giovane: nasce nel 2019, conta oggi 18 collaboratori assunti, e tra i suoi clienti può vantare nomi come Feltrinelli Education, Smau e tanti altri ancora.

In quanto realtà giovane, gestita da giovani (Jessica e Stefano hanno 33 anni), Disclosers per fortuna è priva di quelle sovrastrutture organizzative di tipo tradizionale che necessitano di spesse lenti da miopi per guardare al futuro. Già prima della pandemia, infatti, il remote working nella modalità del telelavoro per due volte a settimana era una prassi all’interno dell’agenzia, e non mancavano certo momenti di socialità progettati ad hoc per staccare la spina e nutrire insieme la sfera emotiva e delle relazioni, persino viaggi.

Con l’emergenza Covid-19 cambiano le carte in tavola e il telelavoro diventa lavoro agile a tutti gli effetti cinque giorni su cinque, la sede di via Albricci nel cuore di Milano un luogo dove spontaneamente ritrovarsi per collaborare gomito a gomito, gli strumenti digitali degli abilitatori del benessere organizzativo a tutti gli effetti: di un wellbeing sociale, appunto con lo Smart Working, ma adesso anche fisico e mentale attraverso l’utilizzo delle soluzioni software Serenis e Buddyfit. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

Buddyfit, la piattaforma per il benessere fisico delle persone

A parlarci di come funziona Buddyfit e del perché la scelta sia ricaduta su questa app per allenarsi e mantenere il fisico in salute è Stefano Tagliabue.

“Abbiamo scelto questa piattaforma che consente di fare attività fisica pur stando a casa, senza dover quindi per forza andare in palestra. La app offre diverse classi di fitness, ma anche sessioni di yoga e meditazione, sempre nuove, modulabili su diversi slot di tempo che vanno dai 15 ai 45 minuti, da svolgere comodamente in autonomia. Ma non solo corsi on demand. Il bello di questa soluzione, che abbiamo scelto sulla base già della sua notorietà, è che possiamo organizzare classi di allenamento live solo per noi creando un momento di aggregazione e divertimento insieme.

Tecnicamente Buddyfit si presenta come una piattaforma unica da cui poter distribuire gli accessi ai nostri dipendenti (abbiamo acquistato 25 licenze per un anno) in modo molto semplice e veloce inserendo le email aziendali. Una volta ricevuto l’invito, il dipendente può loggarsi nell’app e a qual punto avere accesso illimitato a tutte le tipologie di corsi che intende frequentare per tutta la durata dell’anno.

Ad una settimana dalla sua attivazione il tasso di adesione è stato pari all’89% e risultano effettuati 2,5 workout per persona”.

Un supporto per il benessere psicologico dei lavoratori con Serenis

Il benessere dei dipendenti, e delle persone in generale, si raggiunge curando corpo e mente. È così che i fondatori di Disclosers insieme alla app per allenarsi hanno deciso di attivare anche Serenis, la piattaforma per la terapia online. A parlarcene questa volta è Jessica Malfatto.

“Mentre a guidarci su Buddyfit è stata la sua stessa fama, quando si è pensato di attivare anche una soluzione digitale per il benessere mentale del nostro team, vista la delicatezza del tema, ci siamo impegnati in uno scouting più approfondito. La scelta alla fine è ricaduta su Serenis, in primo luogo perché la piattaforma ha alle spalle un centro medico a garanzia della qualità del servizio offerto, e poi perché dall’altra parte del monitor è garantita la presenza di psicoterapeuti con tanto di laurea e specializzazione.

Abbiamo così concordato un uso del servizio per sei mesi, calcolando in media, sulla base dell’esperienza di Serenis, 2 incontri al mese per ciascuno dei nostri dipendenti per un totale dunque di 13 sedute a testa. Queste sedute, totalmente a nostro carico, vengono fatturate all’azienda mensilmente se effettivamente svolti. Qualora la persona volesse incrementare il numero di incontri o li paga in autonomia o possiamo concordare una divisione dei costi tra lei e l’azienda.

Serenis dà anche la possibilità di sostituire il terapeuta, sia all’inizio, qualora il primo incontro conoscitivo non dovesse soddisfare le aspettative del dipendente per una qualche ragione, sia durante il percorso già avviato.

Ovviamente, il fatto di essere incontri online si sposa bene con la modalità dello Smart Working permettendo a tutti i membri della nostra squadra, da qualsiasi parte del mondo si trovino, di svolgere la propria sessione col terapeuta, anche perché, altro plus di Serenis, gli orari sono molto flessibili con disponibilità durante tutto l’arco della giornata fino a tarda sera.

Al momento, il dato aggregato per ovvie ragioni di privacy, ci restituisce un utilizzo della piattaforma nella prima settimana dal suo avvio del 93% sull’intera popolazione aziendale”.

Gli strumenti digitali nel futuro di Disclosers

“Tra sei mesi – dice Malfatto – faremo il punto della situazione con tutto il nostro team, questo poi ci spingerà eventualmente a continuare e magari a cercare altre soluzioni per migliorare il livello di wellbeing aziendale sempre attraverso il digitale che, per come la vediamo noi, rappresenta un acceleratore per il benessere delle persone, ma anche, andando oltre, di employee engagement colmando quelle distanze che il modello dello Smart Working porta comunque necessariamente con sé”.

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