Formazione aziendale: come funziona, come farla e benefici

Guide e How-to

Formazione aziendale: focus su capacità, conoscenze, abilità professionali e relazionali

Prevedere dei percorsi per i dipendenti ha impatto non solo sulla crescita e sulle competenze, ma anche su motivazione, soddisfazione e “fidelizzazione” delle persone. A risentirne positivamente è la qualità del lavoro e, in generale, la competitività e la creatività dell’azienda

Pubblicato il 17 Feb 2023

Formazione aziendale

Capitale umano: il termine basta per mettere in evidenza che le persone sono la risorsa più importante che un’azienda possieda. E che va coltivata con la formazione. La formazione aziendale è, infatti, uno degli strumenti più efficaci per trattenere e attrarre i talenti. Ma deve essere condotta in modo attento, all’interno di una strategia che parte sempre dalle persone e disegna percorsi di training che abbiano un impatto personale e professionale. Ne conseguono i vantaggi per il business.

Come si legge nell’Enciclopedia Treccani, il capitale umano è l’insieme di capacità, competenze, conoscenze, abilità professionali e relazionali possedute in genere dall’individuo, acquisite non solo mediante l’istruzione scolastica, ma anche attraverso un lungo apprendimento o esperienza sul posto di lavoro e quindi non facilmente sostituibili in quanto intrinsecamente elaborate dal soggetto che le ha acquisite. Pur non potendo essere misurate univocamente, le componenti del c. u. determinano tuttavia la qualità della prestazione erogata dal detentore, concorrendo ad aumentare la produttività di un’impresa e a qualificarla, influenzandone i risultati. Investire in c. u. significa, da parte di un’azienda, curare la formazione professionale e tecnica dei propri dipendenti; così come disperdere, sprecare un rilevante c. u. corrisponde a una utilizzazione solo parziale, malaccorta o improduttiva delle conoscenze e competenze dei propri collaboratori”.

Su questo fronte l’ultimo indice DESI della Commissione europea mostra un severo ritardo italiano: anche se il nostro Paese ha scalato, complessivamente, due posizioni nell’Ue dei 27, sul capitale umano siamo quartultimi davanti solo a Polonia, Bulgaria e Romania.

Vediamo, dunque, come non disperdere questa risorsa così preziosa – e scarsa – valorizzando anche l’aspetto del wellbeing della persona dentro e fuori l’azienda, un elemento cui le organizzazioni prestano crescente attenzione.

Formazione aziendale: che cos’è e a cosa serve

La formazione aziendale include i corsi che le aziende offrono ai propri dipendenti per sviluppare nuove competenze o incrementare competenze esistenti, sia hard che soft. I corsi possono essere organizzati dalle imprese stesse o da enti esterni con cui collaborano, online o in sedi fisiche.

Fare formazione aziendale non vuol dire semplicemente pagare ai dipendenti dei corsi su specifiche materie, ma soddisfare i loro interessi e la loro voglia di crescere professionalmente e personalmente. Questo garantisce dipendenti fedeli, che più facilmente sposano gli obiettivi aziendali e liberano il loro potenziale non solo in termini di produttività ma di creatività e innovazione.

La normativa: il welfare

In Italia la formazione aziendale è un’attività che ricade tra le misure di welfare e che gode, quindi, di agevolazioni fiscali. La normativa che regolamenta il welfare aziendale, e stabilisce quali sono le somme deducibili dalle tasse per le imprese, specifica infatti che tra queste somme rientrano le spese relative a beni o servizi utilizzati da categorie di dipendenti e sostenute con specifiche finalità di educazione o istruzione. La formazione dei dipendenti viene dunque riconosciuta come una di quelle azioni che ogni organizzazione può intraprendere al fine di migliorare la soddisfazione dei lavoratori.

I corsi di formazione aziendale sono regolamentati dall’art.51 comma 2 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). A luglio 2022 il decreto attuativo ha, inoltre, reso operativo il nuovo regime fiscale agevolativo sulla formazione 4.0 – previsto nel Decreto legge “Aiuti”. Per garantire un sistema efficace di attività formative 4.0 e sviluppare nuove competenze digitali tra i lavoratori è riconosciuto alle imprese un credito d’imposta potenziato fino al 70% per le piccole e al 50% per le medie, nel caso in cui questi servizi siano eseguiti da soggetti certificati dal ministero dello Sviluppo economico.

Formazione in azienda: come farla in modo profittevole

Un piano di formazione aziendale non si improvvisa. Gli esperti concordano su una metodologia che si snoda in quattro fasi: analisi dei fabbisogni formativi, progettazione dei corsi, erogazione e valutazione dell’intervento formativo.

L’analisi di partenza è necessaria per capire di quali competenze l’azienda ha bisogno in quanto totalmente assenti o da aggiornare, e quali persone coinvolgere nella formazione in base alle loro caratteristiche e talenti.

Il training potrebbe rispondere a un bisogno organizzativo, legato agli obiettivi di business dell’azienda; professionale, in relazione allaposizione lavorativa occupata dalla persona (anche per promuoverne la carriera); oppure individuale, tarato sulla crescita dei dipendenti in quanto individui. Su queste basi si costruiscono i corsi, che potranno essere offerti in presenza in azienda o in altre sedi o online oppure in modalità blended, e le altre attività formative più ad ampio raggio. La valutazione – non solo finale, ma anche in corso d’opera – aiuta a capire se si sta andando nella giusta direzione per raggiungere l’obiettivo. Il corso potrebbe, infatti, non essere coinvolgente e utile o erogato nel formato idoneo.

Strategie vincenti di formazione

Fra le modalità innovative di formazione non ci sono solo i formati online. Siccome la formazione aziendale è orientata al “saper fare” e alla costruzione di competenze comportamentali, negli anni recenti si sono imposte strategie basate sugli esercizi esperienziali, come i giochi, anche di ruolo, le simulazioni di business case e di scenari di relazione interpersonale.

Spesso si sconfina in nuovi territori, apparentemente lontani dal mondo dell’impresa, ma in realtà utili nella formazione delle skill personali che si possono trasferire anche nel lavoro: corsi di teatro, gare sportive, occasioni di svago. L’interattività è in ogni caso considerata fondamentale per assicurare il coinvolgimento.

Molte aziende cercano anche di responsabilizzare i dipendenti sui benefici della formazione stimolando il ricorso self-service a corsi sempre disponibili su piattaforme web e cui si può accedere autonomamente, senza passare per l’ok del management.

Le materie su cui punta la formazione aziendale oggi

L’Osservatorio Tack TMI (Gi Group Holding) per il primo semestre 2022 ha confermato che lo sviluppo di abilità comunicative, sociali, relazionali e di leadership per diversi ruoli rappresentano il primo passaggio formativo delle aziende globali.

Anche il problem solving creativo, la capacità di prendere decisioni nell’emergenza, e il saper affrontare e gestire il cambiamento come opportunità per la competitività dell’impresa risultano prioritarie. Ugualmente essenziali il saper gestire percorsi di continuous performance and feedback e la capacità di lavorare in team anche virtuali.

Le competenze personali, di leadership e di change management & innovation, oltre quelle digitali e tecnico-professionali, sono oggi al centro degli sforzi formativi delle aziende perché rispondono a quattro esigenze organizzative di impatto sempre più trasversale: sostenibilità, benessere, gestione della DEI (diversity, equity and inclusion), talent attraction e retention.

Perché è importante la formazione aziendale?

I vantaggi della formazione aziendale sono molteplici. Le persone sono la risorsa più preziosa e curare la formazione e l’aggiornamento delle competenze significa per un’azienda avere dipendenti più produttivi, innovativi e creativi, con maggiori capacità di problem-solving, comunicazione con gli altri, lavoro in team e adattamento ai cambiamenti. I dipendenti si sentono più motivati, soddisfatti e fedeli; il turnover si riduce.

Questo è uno dei vantaggi che più vanno sottolineati. I talenti sono una risorsa non solo preziosa, ma scarsa. Perdere un dipendente, e doverlo sostituire, è costoso, molto più di quanto costi curarne l’aggiornamento e il benessere al lavoro. Inoltre, i dipendenti che sono soddisfatti del loro lavoro pubblicizzano l’azienda all’esterno e aiutano ad attrarre al suo interno nuovi talenti.

Il tema delle dimissioni volontarie, o Great Resignation, ha spalancato un nuovo orizzonte alle imprese. Un’azienda impostata sul modello della learning organization, ovvero sull’apprendimento continuo per la crescita e l’occupabilità delle proprie persone, ha una capacità di attraction e retention potentissima.

Un altro beneficio essenziale nell’odierno business customer-centrico è il legame tra formazione aziendale e soddisfazione dei clienti. Un dipendente contento e competente, che sposa la causa della sua azienda, serve molto più efficacemente e velocemente il cliente. Ne guadagna anche la capacità dell’azienda di fidelizzare gli interlocutori e generare guadagno.

Infine, un discorso sulle skill digitali. Ovviamente sono ormai la base per le attività di tutte le imprese. E sono carenti: formare e aggiornare costantemente queste competenze vuol dire per le imprese essere sempre in grado di far leva sull’innovazione.

La formazione aziendale rappresenta un prezioso strumento anche per i dipendenti di un’azienda, che possono beneficiare di tantissimi vantaggi che riguardano sia la sfera personale sia quella lavorativa. Attraverso i corsi di formazione, infatti, i lavoratori hanno la possibilità di migliorare le competenze tecniche connesse alla loro occupazione ma anche le loro soft skill, che rientrano più nell’atteggiamento e nel carattere della persona, e di dedicarsi ad attività o materie che li appassionano, gratificando sé stessi. E l’aumento del wellbeing è un moltiplicatore eccezionale del valore del capitale umano.

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