OPPORTUNITà

Formazione finanziata: dai fondi interprofessionali ai bandi regionali, come cogliere le opportunità



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Per investire sulle persone e sulle competenze le aziende dispongono di diverse fonti di finanziamento che consentono di erogare percorsi di apprendimento, inserendoli all’interno di una strategia aziendale di lungo termine. Primo passo: valutare con attenzione la misura più adatta alla propria realtà

Pubblicato il 6 lug 2023

Irene Vecchione

Amministratore Delegato di Tack TMI Italy (Gi Group Holding)



Formazione retribuita

Oggi la formazione finanziata rappresenta una leva fondamentale per le imprese disposte a investire sulle persone, sulle competenze e sull’innovazione per aumentare la competitività oppure per superare congiunture economiche complesse. Ma la volontà di cogliere queste opportunità richiede “lungimiranza” e nuovi criteri di valutazione.

Finanziare la formazione non vuol dire, però, solo poter disporre di risorse utili per acquistare corsi dal mercato. È necessario che le imprese adottino una visione di insieme nuova: centrata sul “futuro” prima che sul “presente; sui “valori” prima che su “azioni”; su “strategie” prima che su “progetti”.

Occorre orientare l’investimento sui fabbisogni emergenti o più nascosti dell’organizzazione. I valori, in particolare, si fanno spazio tra i criteri con cui scegliere la misura di finanziamento più adatta alla propria realtà; decidere che tipo di impresa essere o diventare; decidere dove, su cosa e su quali competenze investire tempo ed energie.

Formazione finanziata, come orientarsi

Come Tack TMI Italy segnaliamo alle imprese alcune accortezze nella valutazione di nuovi canali e misure di finanziamento per la formazione, in particolare:

  • Rafforzare la capacità del piano formativo di rispondere efficacemente alle esigenze di sviluppo dell’organizzazione. È importante che il piano adotti metodologie e strumenti di assesment delle competenze e di analisi dei fabbisogni formativi. Buona parte dei Fondi Interprofessionali prevede queste voci tra le spese propedeutiche ammissibili.
  • Promuovere anche attraverso i piani finanziati una gestione “sostenibile” di persone e processi. Molti avvisi e bandi finanziano il rafforzamento di competenze correlate allo sviluppo sociale dell’organizzazione (inclusione lavorativa, diversity e gender gap), temi che si integrano ormai con il filone più noto della transizione ecologica e digitale.
  • Ricercare sinergie tra misure e fonti diverse di finanziamento. L’intero sistema della finanza agevolata si muove in questa direzione: i Fondi Interprofessionali si legano sempre più al sistema regionale regolamentato dal Fondo Sociale Europeo; la formazione per inoccupati e disoccupati delle Regioni entra negli avvisi dei Fondi Interprofessionali nati per gli occupati; le Regioni aprono “cataloghi formativi innovativi per le imprese e per gli occupati” ma è il Sistema Camerale a finanziarne l’accesso con i voucher.
  • Infine, pianificazione e tempestività sono elementi chiave per un ricorso efficace alle risorse pubbliche. La pubblicazione dei bandi si concentra tipicamente in alcuni momenti precisi dell’anno (gennaio/aprile, settembre/ottobre e dicembre/gennaio); alcuni sono ricorrenti e quindi “prevedibili”; altri ad alto valore aggiunto richiedono decisioni tempestive e processi operativi rapidi perché sempre a rischio di chiusura anticipata per esaurimento risorse. Conoscere questi fattori può facilitare un accesso programmato e continuo ai finanziamenti.

Da dove partire: il conto formazione aziendale a disposizione in alcuni Fondi Interprofessionali

Entrati nella seconda metà dell’anno, è possibile che alcune aziende aderenti ad un Conto Formazione si trovino nell’obbligo di dover impegnare entro dicembre 2023 le risorse economiche ancora disponibili sul conto stesso. Tale obbligo scatta, infatti, ogni due anni dalla data di adesione e di avvio dell’accantonamento per regolamento dei Fondi. Diversamente le risorse perse sono recuperate dal Fondo stesso per essere riutilizzate sugli Avvisi di sistema a beneficio di tutti gli aderenti.

Le aziende in questa situazione dovrebbero agire tempestivamente per non perdere le proprie risorse accantonate. In particolare, sarebbe importante:

  • verificare il proprio residuo per valutare la copertura dei costi di possibili nuovi interventi
  • programmare velocemente le azioni formative in modo da presentare piani di formazione al Fondo in tempo utile. Precisiamo che anche impegnando le risorse residue entro dicembre, la formazione potrà comunque essere erogata entro i 12 mesi successivi alla richiesta.

In generale sarebbe preferibile evitare una progettazione emergenziale e organizzare periodicamente (mensilmente, trimestralmente, ecc.) meglio se ad inizio di ogni anno, la verifica della disponibilità sul proprio conto per le opportune valutazioni.

A quali aspetti prestare attenzione

In entrambe le situazioni (emergenziale o programmata) sono almeno tre i punti di attenzione:

  • Punto 1: Condivisione del nuovo progetto formativo con i sindacati. In caso di approccio emergenziale sarà necessario organizzare sul momento l’incontro con le rappresentanze sindacali e quindi garantire alle stesse un lasso di tempo adeguato per discutere le richieste senza mettere a rischio la scadenza di presentazione. Nella soluzione programmata potranno essere sfruttati allo scopo gli incontri già calendarizzati secondo le procedure aziendali.
  • Punto 2: Trasferire nel piano di formazione finanziata una parte del Piano annuale di Formazione dell’azienda o del Piano industriale. Per finanziare la formazione sul proprio conto non serve necessariamente sviluppare nuovi interventi e progetti. Può essere strategico portare a finanziamento una parte del Piano formativo annuale o del Piano industriale di cui l’azienda già dispone.
  • Punto 3: Anticipare le priorità formative dell’anno successivo. Dal momento che le risorse allocate e impegnate entro il termine di scadenza (es. dicembre 2023) saranno comunque utilizzate per erogare nei 12 mesi successivi (es. dicembre 2024), potrebbe essere strategico includere nella formazione finanziata contenuti “emergenti” intesi come obiettivi di sviluppo, per i quali al momento non sia stato rilevato e indagato un fabbisogno formativo manifesto ma che potrebbe rivelarsi strategico in un futuro di breve o medio periodo.

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